
“Aggressione di gruppo a Galatina. Idiozia social e disumanizzazione dei rapporti sociali”
18 Aprile 2025 Off Di RedazioneUn tempo molti criminali di fronte alle telecamere si coprivano il volto con un giornale o con una giacca, mentre uscivano in manette da un commissariato per essere tradotti in carcere. Perché comunque conservavano una certa forma di vergogna.
Attualmente invece si assiste sempre più spesso ad una spettacolarizzazione del crimine; l’azione deviante viene filmata ed ostentata diffondendola sui canali social. A svantaggio non soltanto della vittima, ma anche degli autori di reato, che forniscono essi stessi i mezzi di prova.
Due giorni fa è successo nella stazione ferroviaria di Galatina, nel Salento. Un gruppo numeroso di ragazzi aggrediva ripetutamente un minore di origine straniera, disabile, anche quando ormai era inerme sul pavimento. Nel gruppo anche la presenza di ragazze. Azione prolungata filmata e diffusa a mezzo social.
Vero è che il gruppo allenta i freni inibitori, ma spesso l’aggressività viene inibita dall’empatia, la capacità di mettersi nei panni dell’altro e di percepirlo come un nostro simile. Perché l’empatia non ha funzionato, solo perché era uno straniero? Ma i pestaggi avvengono anche tra connazionali.
L’empatia viene meno quando la vittima viene disumanizzata, cioè considerata diversa da noi, e quindi non meritevole di rispetto o pietà.
In alcune situazioni la presenza femminile può stemperare i toni, ma stavolta sembrerebbe non essere stato sufficiente.
Alla vittima non veniva concesso neanche un certo senso di lealtà, cioè di affrontare gli aggressori uno alla volta, come avviene a volte in alcuni regolamenti di conti.
La diffusione sui social sicuramente ingigantisce l’umiliazione, il danno di immagine della vittima.
Sempre più spesso gli autori di reato filmano l’azione e postano sui social, e non è soltanto un comportamento giovanile. Visibilità, notorietà, popolarità ad ogni costo, sempre e comunque. Ricerca di identità? Ricerca di approvazione sociale? Narcisismo estremo? Condividere e riconoscersi in valori negativi, antisociali, a svantaggio di quelli positivi? A volte nelle plateali dimostrazioni di forza si nasconderebbe invece una grande debolezza, o pochezza.
Sicuramente sarebbe necessaria una maggiore informazione sulle regole di pubblicazione, anche leggi più stringenti in caso di abusi.
Infine ci sarebbe da riflettere sui reali e concreti benefici dei social, e sulla loro potenziale disumanizzazione delle relazioni sociali, in particolare in età evolutiva.
Dott. Fabio Coppola
Psicologo-psicoterapeuta