Per un pugno di “like”

Per un pugno di “like”

21 Aprile 2025 Off Di Redazione

Quello che è successo qualche giorno fa nella nostra città rappresenta soltanto la punta di un iceberg di un problema ben più grande e spaventoso che, ahimè, attanaglia, pervade fin dentro ogni singola cellula i nostri ragazzi: la “solitudine digitale”! È paradossale ma è così, nonostante musica, reel, contenuti, dirette, condivisioni, like, i nostri ragazzi sono profondamente è tristemente soli! E questo perché davanti ad un web spietato, che “sforna” ogni ora esempi da seguire, positivi o negativi che siano, modelli da emulare, loro si sentono inadeguati, invisibili e quindi esclusi da una società digitale che non lascia scampo.

Allora come si fa? Si fa di tutto per essere accettati, per mettersi in evidenza, per accaparrarsi quei famosi “pollici all’insù”, i famigerati like! E sì, perché di questo stiamo parlando, al di là delle componenti tirate in ballo per cercare di capire o interpretare tali comportamenti estremi e balordi: genitori, insegnanti, politica, società, istituzioni, compagnie, etc..

Questi ragazzi si sentono “invisibili”, si sentono emarginati nella loro stessa vita sociale e non perché non interagiscono con i loro simili, non si confrontano, ma perché tra loro vige la legge dei “like”! E questo fa sì che si faccia di tutto, che non si distingua più ciò che è bene da ciò che è male! In barba a tutto il buon senso che chiunque, nella loro vita, ha fatto di tutto per insegnare! Infatti quello che, personalmente mi ha più colpito di tutta la vicenda, a parte la crudeltà e la totale mancanza di “pietas”, è la corsa a riprendere quello “che stava per compiersi”, per metterlo sul web e diventare, per qualche minuto, “importanti e fighissimi”, alla faccia della gravità e della scelleratezza dell’atto ignobile che si stava compiendo! Questa è purtroppo la tristissima ed estremamente alienante realtà che, forse, non vogliamo ammettere perché significherebbe dire che questi ragazzi sono totalmente snaturalizzati della loro condizione umana. E questo è mortificante… per tutti. Perché in questa vicenda siamo coinvolti tutti, nessuno escluso.

Raffaella De Pascalis

 

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