“L’uomo e la speranza della pace”, alla memoria di Nicola Gaetano Santoro

“L’uomo e la speranza della pace”, alla memoria di Nicola Gaetano Santoro

30 Aprile 2025 Off Di Redazione

Dopo l’Armistizio dell’Italia con gli Alleati dell’8 settembre 1943, circa 800.000 soldati italiani vennero catturati e disarmati dai tedeschi. Si trovavano in patria o all’estero, tra Iugoslavia, Francia, Albania, Grecia e isole dell’Egeo, Polonia, Paesi Baltici e Unione Sovietica. Di questi, circa 650.000 mila finirono, dopo viaggi disumani interminabili in nave e nei famigerati vagoni piombati, nei campi di prigionia tedeschi in Germania, Austria ed Europa orientale.

Il regime nazista non considerò i nostri soldati catturati come “prigionieri di guerra”, ma li classificò e immatricolò presto come “internati militari italiani” (IMI), privandoli così delle tutele garantite ai prigionieri dalla Convenzione di Ginevra, sottraendoli alla protezione della Croce Rossa Internazionale e obbligandoli al lavoro per il Reich, in condizioni brutali, in totale spregio delle norme di guerra e di quelle umanitarie.

Durante l’internamento, i militari italiani vennero incessantemente invitati, in cambio della liberazione, ad arruolarsi nelle forze armate tedesche e soprattutto nelle forze armate della Repubblica Sociale Italiana. La stragrande maggioranza degli internati rifiutò, dando vita a una forma di Resistenza “disarmata” o “passiva”. Molti si opposero a qualsiasi tipo di collaborazione; tutti si rassegnarono alle tragiche condizioni di vita dei lager tra stenti, sfruttamento, malattie, torture fisiche e psicologiche, morte.

Le vittime dei lager saranno, alla fine della guerra, tra le 40 e le 50.000.

Coloro che riusciranno a sopravvivere e tornare in patria resteranno segnati a vita.

 

NICOLA GAETANO SANTORO (Cursi, 1924-2020, I.M.I.)

Un’esistenza militante per la Memoria, sempre tra i giovani

Nicola Gaetano Santoro (1924-2020), cittadino di Cursi, è stato un Internato Militare Italiano. Trascorse due anni nel campo di lavoro di Treuenbrietzen, in Germania, per poi essere liberato dall’Armata Russa il 21 aprile del 1945 e giungere a Cursi, dopo aver percorso 2.600 chilometri a piedi, il 10 luglio del 1945.

Tra libri, scritti, appunti, ritagli di vecchi giornali, ha continuato ogni giorno della propria vita a documentarsi, a ricostruire i fili del tempo e ad esercitare il ricordo. Testimone diretto e prezioso di un pezzo tragico di storia, del proprio drammatico vissuto da I.M.I. ha fatto una missione a tutela dei valori della conoscenza, della libertà, dell’antifascismo. E’ stato sentinella lucida e infaticabile fino all’ultimo, ha con passione e tenacia raccontato e chiamato adulti e soprattutto i giovani e i ragazzi di tante scuole del Salento, alla conoscenza e alla memoria continua, vivendo al tempo stesso da cittadino attivo e partecipe della vita politica, democratica e istituzionale della comunità cursiata, oltreché da fiero lavoratore e caposaldo della famiglia.

Della propria esperienza di vita ha reso anche testimonianza scritta, dapprima nel libro “Prigionieri mai” realizzato insieme ai bambini dell’Istituto Comprensivo Statale di Maglie – via Manzoni con il coordinamento di Lucia Marrocco (docente), e nel 2014 e 2020 nel libro autobiografico “Internato 159534. Testimonianza di Nicola Santoro e Fernando Simeoni, militari italiani internati nei campi nazisti” di Nicola Santoro e Fernando Simeoni (autori) ed Edoardo Santoro (curatore) (Il Raggio Verde ed.).

l’INIZIATIVA “L’UOMO E LA SPERANZA DELLA PACE”

Una pietra d’inciampo e un dialogo sulla Pace, per una Memoria e un Impegno che siano permanenti

Nell’Italia del dopoguerra la storia degli I.M.I. fu presto relegata a un oblio complice e conveniente.

Anche Nicola Gaetano Santoro, sopravvissuto e tornato a casa, riprese la propria vita recuperando affetti, serenità, futuro, e come tanti altri soldati preferì la quiete del silenzio al dolore del racconto.

Solo lo scorrere del tempo e la sempre crescente sensibilità dell’opinione pubblica hanno fatto sì che “Nicolino” riallacciasse il filo col passato e trovasse il coraggio della testimonianza. Gli storici, infatti, hanno cominciato ad occuparsi degli I.M.I. solo a partire dalla metà degli anni Ottanta: tardi, ma ancora in tempo per far conoscere questa pagina di storia e rendere il giusto omaggio ai «650 mila» che, con il loro sacrificio, contribuirono a portare la libertà e la democrazia nel nostro paese.

La voce di Nicolino è quella di un’Italia coraggiosa, civile, responsabile, che ci auguriamo possa ispirare le nuove generazioni, soprattutto in un tempo complesso di crisi globali in cui il nostro Paese ed il Mondo intero hanno sempre più bisogno di parole e azioni di Pace.

L’iniziativa “L’Uomo e la speranza della Pace” prosegue l’impegno di Nicolino quale perenne monito per la collettività, come simbolica pietra di inciampo. Raccoglie il testimone per continuare a tenere viva la memoria, con lo scopo, non solo di divulgare la conoscenza e la comprensione degli avvenimenti storici, ma anche di favorire una consapevolezza della storia comune e condivisa in prospettiva europea, per un impegno quotidiano, a tutti i livelli, che si muova sempre più lungo il sentiero della costruzione della Pace e dell’alleanza tra i popoli.

L’iniziativa, organizzata e curata dalla famiglia di Nicola Gaetano Santoro, si terrà oggi a Cursi ed è articolata in due momenti distinti ma collegati.

Nella mattinata, a partire dalle ore 10:00, presso l’atrio della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo di Cursi, si terrà l’incontro “Il futuro della Memoria” volto a sostenere la conoscenza e la memoria della storia e incoraggiare l’impegno delle nuove generazioni contro le barbarie. Dopo i saluti di Antonio Bacca (dirigente scolastico) interverranno la famiglia di Nicola Gaetano Santoro (promotrice e organizzatrice dell’evento) e Donato Maglio (appassionato ricercatore dei fatti della Seconda Guerra Mondiale), per raccontare ai ragazzi la storia degli I.M.I. e il loro contributo alla Resistenza Italiana e nella costruzione di un’Italia libera e democratica. Ragazzi e docenti avranno inoltre l’opportunità di dialogare con Paolo Paticchio (⁠autore del libro “Il treno della memoria. In viaggio per diventare i testimoni di domani”), impegnato in progetti di promozione della cittadinanza attiva e della partecipazione dei giovani, che da tanti anni accompagna i giovani da tutta Italia in un viaggio unico nei luoghi della Shoah e della Memoria della 2^ Guerra Mondiale per conoscere e contrastare i totalitarismi e le guerre.

A seguire, studenti e ospiti, si recheranno in corteo presso via Alogne in corrispondenza del civico n. 2 dove, alle ore 11:15 circa avverrà la posa della Pietra d’inciampo alla memoria di Nicola Gaetano Santoro. Porteranno saluti istituzionali William Marco Santoro (Sindaco di Cursi), Don Luigi Gualtieri (Parroco di Cursi) e Dario Grassi (Associazione Casello 13 di Copertino).

Nel pomeriggio, alle ore 18:00, presso la Sala Conferenze di Palazzo De Donno in Piazza Pio XII, si terrà l’incontro pubblico “L’uomo e la speranza della pace”, contributi e riflessioni condivise per interpretare l’attualità, anche alla luce del passato, e ribadire il senso dei valori dell’antifascismo e della resistenza, il senso dell’Europa, il senso della cooperazione e della concordia. Interverranno: Salvatore Coppola (Vice-Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia – Basso Salento), Ippazio Antonio Luceri (docente, autore dell’opera “I Deportati Salentini Leccesi nei lager nazifascisti”), Ubaldo Villani Lubelli (Professore di Storia delle Istituzioni Politiche all’Università del Salento); Luigi De Luca (Direttore del Polo Biblio-Museale di Lecce). A seguire riflessioni dal pubblico e saluti istituzionali.

Adriano Remigio Quintino Santoro

 

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