Che cosa può dire il mosaico di Otranto agli uomini del terzo Millennio? Se ne parla nel libro di Vincenzo Colavero

Che cosa può dire il mosaico di Otranto agli uomini del terzo Millennio? Se ne parla nel libro di Vincenzo Colavero

3 Luglio 2025 Off Di Redazione

Sarà presentato nella sala rossa presso la chiesa dei SS Medici, venerdì 4 luglio alle ore 19, il testo di Vincenzo Colavero “Il caprone e l’ariete. Storia, simboli e fede nel mosaico di Otranto” (Edizioni Kurumuny). L’iniziativa è a cura della Fondazione intitolata a don Giuseppe Colavero di Anna e Tobia.

Dopo i saluti di Ernesto Toma, sindaco di Maglie, di Alessandro Distante, presidente della Fondazione don Giuseppe Colavero, di Dario Vincenti, presidente della Società di Storia Patria per la Puglia, sezione del basso Salento, dell’editore Giovanni Chiriatti, sarà Roberto Muci, esperto in dialogo interreligioso a presentare il nuovo testo che ridisegna l’interpretazione del mosaico di Otranto.

Che cosa può dire il mosaico di Otranto agli uomini del terzo Millennio? C’è ancora qualcosa da aggiungere e da svelare su quei quadri calpestati da tanta gente per otto secoli e miracolosamente ancora parlanti? Sì, essi possono confermare il già detto ma aggiungere anche qualcosa di nuovo, se chi li fa parlare si immerge nel Medioevo, se fa rivivere quella storia illustrata attraverso la rilettura dell’Apocalisse, di Sant’Agostino, dei Bestiari medievali, se dà voce al vescovo Gionata che indica a Pantaleone la strada da percorrere.

È quello che ha fatto Vincenzo Colavero che, forte dei suoi studi storici, filosofici e teologici, ha riletto il mosaico della cattedrale aprendo nuovi scenari in quelle che sembravano interpretazioni accreditate e incontestabili.

Avviene così che alberi, animali, personaggi del vissuto culturale e immaginario di una comunità del Medioevo latino cattolico dialogano con gli uomini di oggi attraverso un linguaggio simbolico che per essere colto ha bisogno di una base comune che non può prescindere dalla fede.

Maria Rosaria De Lumé

 

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