
“Una nuova umanità”, al Museo della Memoria i dipinti e gli arazzi di Tarshito
19 Luglio 2025Questa sera, alle ore 20, il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno inaugura “Una nuova umanità – il Guerriero d’Amore, il Viandante Innamorato, il Pellegrino. Dipinti e arazzi di Tarshito”, una mostra di Tarshito (Nicola Strippoli, 1952), artista originario di Bari, la cui attitudine è fondere arte contemporanea e arte tradizionale nativa. Dal suo viaggio in India negli anni ’70, ha collaborato con artisti in oltre 15 nazioni. Le sue opere, esposte in tutto il mondo, trasmettono un messaggio di fratellanza, e unità per una Nuova Umanità. La mostra è promossa dall’assessorato alla Cultura e ai Musei guidato da Giulia Puglia.
Negli ultimi anni Tarshito dipinge metà delle opere in Italia con il suo team e poi viaggia con le stesse in un pellegrinaggio in vari paesi del mondo, per farle completare da artisti locali. In questo modo ogni opera d’arte è realizzata in uno spirito di collaborazione e unità, di fratellanza e sorellanza tra popoli in un contesto innovativo. Le opere di Tarshito oltre alla pittura, includono tessitura di tappeti, ricami, scultura in terracotta, miniature, sculture di grandi vasi. Professore d’arte all’Accademia di Belle Arti, Tarshito alla fine degli anni ’70 si è avventurato in India, dove ha iniziato collaborazioni creative con artisti tradizionali indiani e ha sviluppato il suo stile speciale, potente e innovativo. Da allora, nel corso delle sue frequenti visite in India e in altre parti del mondo, l’artista ha continuato a collaborare con i professionisti dell’arte tradizionale. Nel corso della sua lunga e ricca carriera, Tarshito ha lavorato con una visione contemporanea dell’arte in collaborazione con tradizioni indigene come quella del Marocco, Messico, Perù, Nepal, Corea del Sud, Bangladesh, Cina, Brasile, Tailandia, Tunisia, Colombia, Argentina, Myanmar, Mongolia, Mali, Cambogia, Giappone. Le sue opere sono state esposte in vari musei del mondo (India, Polonia, Nepal, Mongolia, Cina, Bangladesh, Croazia, Colombia, Uruguay), oltre che negli Istituti Italiani di Cultura di Città del Messico (Messico), Lima (Perù), Rabat (Marocco), Montevideo (Uruguay), Delhi (India), Seoul (Corea del Sud), Zagabria (Croazia) e Copenaghen (Danimarca). Ha partecipato alla Biennale di Venezia a Delhi nel 2011, alla Dhaka Art Summit nel 2018, alla Biennale di Cusco nel 2021-2022 e alla Biennale di Wuhan nel 2024.
“Nel mio viaggio d’artista e di essere umano – dice Tarshito – mi riconosco in tre archetipi che si intrecciano, si abbracciano, si alternano con naturalezza: il Guerriero d’Amore, il Viandante Innamorato e il Pellegrino. Il Guerriero d’Amore è colui che combatte, ma non con le armi: combatte con la dolcezza, con la bellezza, con l’atto creativo. È un guerriero che costruisce, che guarisce, che accoglie. Io mi sento così quando creo un’opera che vuole unire e non dividere, che cerca il sacro in ogni forma e che porta un messaggio di fratellanza e sorellanza tra i popoli. Il Viandante Innamorato è colui che cammina mosso dall’amore: per l’umanità, per la diversità delle culture, per la bellezza della Terra. Io viaggio per incontrare, per abbracciare, per dialogare. Il Pellegrino, infine, è colui che cammina verso il sacro. Non sempre sa dove arriverà, ma sa che ogni tappa è già una rivelazione. Il pellegrinaggio per me è un atto di fiducia”.
“L’opera di Tarshito – aggiunge Gary Feingold, che del Museo cura la programmazione culturale e le relazioni internazionali – si inserisce perfettamente nel contesto di questo museo perché incarna, attraverso l’arte e il cammino spirituale, i temi fondamentali della memoria, dell’incontro tra culture e della ricerca del sacro. Il museo nasce infatti da un evento storico di profonda umanità: l’accoglienza, da parte di una comunità cattolica, di rifugiati ebrei sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale”.
“Tarshito – spiega l’assessora alla Cultura Giulia Puglia – materializza in maniera esemplare lo spirito del Museo della Memoria. Le sue opere, infatti, manifestano una intima connessione tra il suo lavoro e quello di altri artisti provenienti da luoghi del mondo come il Giappone, la Cambogia o il Perù. Soffio vitale e sostanza che in qualche modo fanno parte anche del profilo di un museo che nasce proprio da una relazione e da un legame che la storia ha creato qui, in questa piccola marina che con la sua gente, una ottantina di anni fa decise di farsi “culla” e rifugio degli ebrei in fuga dai campi di sterminio. Una vicenda che mescola l’anelito all’accoglienza degli abitanti del posto con il desiderio di vita e di rinascita dei profughi, che fa incontrare persone e culture, esattamente come sembrano fare le opere di Tarshito”.
La mostra apre il programma di appuntamenti culturali del Museo della Memoria e dell’Accoglienza promosso con l’Assessorato alla Cultura. È visitabile dal lunedì al venerdì e la domenica dalle ore 16:30 alle 19:30. Martedì, giovedì e venerdì anche dalle 10:30 alle 13:30.