“The Circle of Life”: al via i percorsi sul contrasto alla violenza di genere e sulla promozione dei diritti umani
6 Novembre 2025Al via i percorsi sul contrasto alla violenza di genere e sulla promozione dei diritti umani del progetto “Donna, vita, libertà 2.0” promosso dalla Fondazione Emmanuel, giunto alla sua seconda edizione, supportato dal Consiglio Regionale della Puglia con un contributo parte nell’ambito dell’Avviso “Futura. La Puglia per la parità – 3^ edizione”.
A guidare i laboratori Stefania Mariano, “The Circle of Life” (Il Cerchio della Vita), Simona Cleopazzo e Martina Dominici, percorsi artistici, comunitari in collaborazione con Fondazione Emmanuel, che mette a disposizione la sua esperienza in accoglienza, inclusione e cooperazione, per dare forza a un percorso che unisce arte, educazione e giustizia sociale.
Il primo appuntamento è in programma giovedì 6 novembre alle 17, presso Le Sorgenti – Fondazione Emmanuel con il laboratorio di pratiche corporee di Stefania Mariano.
Il Cerchio della Vita non è soltanto un’immagine evocativa, ma una metafora universale che attraversa culture, religioni e tradizioni. Rappresenta la continuità, l’interdipendenza e la trasformazione costante che caratterizzano l’esistenza. Nel cerchio, non esistono punti di arrivo definitivi: ogni fine si apre a un nuovo inizio, ogni caduta prepara alla rinascita, ogni ferita custodisce la possibilità di guarigione.
In questa visione, il cerchio diventa:
– un simbolo di uguaglianza: non esistono gerarchie, tutti i punti del cerchio hanno lo stesso valore. È lo spazio in cui ciascuna persona, indipendentemente da genere, origine o condizione sociale, può sentirsi riconosciuta e inclusa;
– un simbolo di comunità e appartenenza: il cerchio è la forma che spontaneamente assumono le persone quando vogliono ascoltarsi, condividere, danzare o pregare insieme. È il luogo della parola che circola e non si interrompe, del gesto che si trasmette, del ritmo che unisce;
– un simbolo di ciclicità e rinascita: vita e morte, dolore e guarigione, oppressione e liberazione non sono poli inconciliabili, ma fasi di un ciclo che si rigenera continuamente. In questo senso il progetto trasforma il trauma della violenza in possibilità di riscatto e rinascita, individuale e collettiva;
– un simbolo di connessione interculturale: dal Mediterraneo all’Africa, dall’Europa al Medio Oriente, il cerchio appare nelle danze popolari, nei rituali religiosi, nelle pratiche spirituali. È un archetipo che supera i confini, riconoscibile da tutti i popoli e generatore di dialogo universale.
La performance “The Circle of Life” traduce questa visione in un’esperienza sensoriale e partecipativa: i corpi dei partecipanti disegnano cerchi nello spazio, intrecciando danze tradizionali e contemporanee; la musica accompagna i cicli del respiro, del battito, del tempo che ritorna; le voci e i racconti raccolti nelle comunità si trasformano in eco che viaggiano attraverso diversi mondi e culture e creano ponti.
Il messaggio che ne scaturisce è che la Vita, in tutte le sue forme, è sacra e degna di essere custodita, e che la rinascita è possibile soltanto se il cerchio si tiene aperto, pronto ad accogliere nuove storie, nuove energie, nuovi legami.



