
“Festa te lu Mieru”: 50 anni di vino, identità e rivoluzione culturale nel cuore del Salento
4 Settembre 2025Una festa nata dallo scambio tra un gruppo di attori danesi e un paese del Sud Italia sta per compiere 50 anni. Non una semplice sagra, ma un movimento culturale che ha anticipato tendenze, riscoperto tradizioni e ispirato generazioni: la Festa te lu Mieru, la “madre di tutte le feste salentine”, torna dal 5 al 7 settembre a Carpignano Salentino con un’edizione storica, celebrata come un patrimonio vivo di identità, comunità e innovazione.
Tutto iniziò nel 1974, quando l’Odin Teatret, il celebre collettivo teatrale danese guidato da Eugenio Barba, scelse questo piccolo borgo della Grecìa Salentina come sua residenza artistica. In un contesto segnato dall’emigrazione e dall’economia contadina, nacque un “baratto culturale” unico: danesi e locali si scambiarono canti, danze, vino e gestualità, creando un dialogo autentico tra mondi lontani.
Fu così che, nel 1975, nacque la Festa te lu Mieru – la prima festa laica del Salento – nata per salutare gli amici danesi e trasformata in un simbolo di rinascita. Nel corso dei decenni, la festa ha anticipato il futuro: ha celebrato la “pizzica” ventitré anni prima della “Notte della Taranta”, inventato una corrida popolare molti anni prima della tv, promosso il “Palio dei Rioni” con giochi tradizionali e dato vita al “Cenacolo Artistico Carpignanese”, dove artisti donavano opere in cambio di ospitalità. Dopo alcune edizioni in tono minore, negli ultimi anni la Festa te lu Mieru è risorta più forte.
L’edizione del cinquantennale è un progetto ambizioso: riconnettere tradizione e sostenibilità, cultura popolare e ricerca. Con la regia del Comune di Carpignano e con il sostegno della Regione Puglia, dell’Università del Salento e delle cooperative locali, il 2025 diventa un anno simbolo.
Tra i progetti più attesi, un vigneto sperimentale di vitigni autoctoni, realizzato con UniSalento e la Cooperativa San Giorgio, che, negli anni, produrrà un vino simbolo dell’identità carpignanese. Inoltre, laboratori di teatro partecipato (in collaborazione con la locale Pro-loco), mostre d’arte, proiezioni murarie sui luoghi dell’Odin, il ritorno della cuccagna e della “focara” – il falò rituale di purificazione – animeranno i tre giorni di festa.
Il programma 2025, per il quale si ringrazia la Regione Puglia e i tanti sponsor privati che hanno creduto nel rilancio della Festa, unisce memoria e contaminazione: dal concorso dei vini delle cooperative salentine (in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier AIS) ai concerti di Be Dixie Band, Adamo Cotardo DJ, Antonio Castrignanò e Taranta Sounds, Allegra Compagnia Cantante e Kawabonga Party, Elettro Mascaramiri e Party Salento, fino al gran finale con la Focara te lu Mieru sotto le stelle. La Festa te lu Mieru non è solo un evento: è un esempio di come la cultura popolare possa diventare motore di sviluppo sostenibile, inclusivo e autentico. Un’eredità da custodire. Un futuro da costruire.