Il drammaturgo e attore salentino Mario Perrotta porta in scena “Manuale di sopravvivenza”

Il drammaturgo e attore salentino Mario Perrotta porta in scena “Manuale di sopravvivenza”

1 Agosto 2025 Off Di Redazione

Questa sera, a Bagnolo del Salento, “Crita – Festival delle arti” rassegna itinerante dedicata al teatro, alla musica e alla danza, con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro incontra “Fata”, curata dalla stessa cooperativa, dando vita al cartellone “Intrecci di storie”. Alle 21, nel parco Vincenzo Iaconisi, Mario Perrotta, drammaturgo e attore salentino tra i più apprezzati della scena teatrale italiana, porta in scena la prima tappa di “Manuale di sopravvivenza”, nel quale interpreta “Terra matta” di Vincenzo Rabito.

Un progetto speciale per l’estate 2025, che invita il pubblico a seguire un vero e proprio percorso teatrale: quattro appuntamenti pensati come le tappe di un viaggio nella vita di Rabito – soldato, bracciante, emigrante, padre – narrata con ferocia, tenerezza e umorismo in una lingua “sgrammaticata” e potentemente espressiva. A ogni appuntamento il pubblico incontrerà una parte diversa della storia di “Terra matta” e potrà quindi scegliere di seguire una o più tappe, oppure attraversare insieme tutto il capolavoro rabitese partecipando a tutti gli appuntamenti.

Un’occasione unica per incontrare uno dei testi più sorprendenti della nostra letteratura recente, che Andrea Camilleri definì “un manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso”, un intreccio tra parole e musica che è diventato, dello stile di Mario Perrotta, un tratto inconfondibile. “Manuale di sopravvivenza” è un progetto che unisce parola, corpo e memoria collettiva, portando in scena l’epopea di un uomo qualunque che attraversa il secolo con forza, ingegno e testardaggine.

“Piantati in asso” è il tema dell’ottava edizione di “Crita – Festival delle arti”, che fino a metà settembre fa tappa a Galatone, Bagnolo del Salento, Collepasso, Cutrofiano e Maglie. Il tema di quest’anno gioca con la parola “Asso” che dà il nome al fiume che attraversa il territorio salentino toccando tutti i Comuni coinvolti, conosciuto come Canale dell’Asso. Un’edizione dedicata all’acqua generatrice del ciclo di rinascita, abitando il territorio del fiume più lungo del Salento con un programma di spettacoli che promuove i borghi e le comunità delle aree interne. “Piantati in asso”, in questo caso, porta con sé il senso dell’espressione che indica l’abbandono senza preavviso ma assume anche il significato di radicamento, “è l’orgoglio del legame con la nostra terra del Sud”, spiegano i direttori artistici Mary Negro e Gabriele Polimeno, “con la consapevolezza di aspettare treni che forse tarderanno a passare. L’acqua, inoltre, è un bene primario come del resto siamo convinti che lo siano la cultura e l’arte: tutte possono dissetare l’essere umano”.

La rassegna che mira a proporre un’offerta culturale e teatrale di qualità nelle aree più periferiche. Il nome “Crita” deriva da un termine tipico del dialetto locale che ha una doppia valenza: il “critare” è l’atto del gridare e del farsi sentire. Ma significa anche “creta”, argilla, materia tipica del territorio dalla cui lavorazione nascono manufatti artigianali che da sempre identificano il Salento dalle mille sfaccettature creative.

 

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