“Kascignana festival 2025”: il vicino e il lontano nella valorizzazione dei territori

“Kascignana festival 2025”: il vicino e il lontano nella valorizzazione dei territori

28 Luglio 2025 Off Di Redazione

Quattro giornate davvero esplosive per il “Kascignana festival”. Dal 6 al 9 agosto, a Castrignano de’ Greci, torneranno gli appuntamenti culturali di qualità, con grani artisti di calibro internazionale, per celebrare il territorio locale attraverso l’incontro coi territori stranieri. Veicolando un messaggio di pace e fratellanza attraverso la musica, passando per il teatro e la riscoperta dell’artigianato del luogo. L’edizione 2025, come sempre organizzata e promossa da Arci Lecce Solidarietà cooperativa sociale in collaborazione con il Comune di Castrignano de’ Greci e Borgo del contemporaneo (col patrocinio e il sostegno, tra gli altri dell’Unione europea, del Ministero della cultura, dell’Unione dei Comuni della Grecia Salentina) ha i riflettori puntati sulla “manualità”, intesa come riscatto degli artigiani locali, così come dei migranti che giungono nel nostro Paese.  Il lavoro è da sempre la forma di libertà e opportunità creativa.

Come hanno dimostrato anche le scorse edizioni del festival, dove gli ospiti della rete Sai gestita da Arci Lecce Solidarietà sono stati coinvolti assieme alla comunità locale in laboratori utili, non soltanto dal punto di vista formativo con possibilità di sbocco professionale, ma soprattutto per l’epilogo inclusivo: numerose le opportunità che sono nate “facendo”. Creando. Manipolando la materia prima. Per gli stranieri imparando le antiche ricette, le vecchie tradizioni. Per gli abitanti del Salento un “viaggio” verso terre lontane, dalle quali attingere idee, design e creatività.

L’incrocio tra vicino e lontano, tra passato e futuro, sarà la traccia del cammino dell’edizione del Kascignana Festival 2025. Non a caso il primo degli appuntamenti del festival si apre in Piazza Enrico Berlinguer, dalle 20, con un originale mercato artigianale nel quale saranno esposti i manufatti realizzati dai grandi maestri del Tacco.

Lo stesso primo appuntamento, quello della sera del 6 agosto, procederà poi con il live di Lorenzo Kruger, un viaggio solista che vede l’artista sedere di nuovo al piano dopo due anni di concerti coi Nobraino, formazione con la quale ha all’attivo più di mille concerti, ben sette dischi, presenze su tutti i palchi più importanti della scena italiana.

Non solo musica al Kascignana tanto che, il giorno successivo, il 7 agosto, il palco ospiterà lo spettacolo “Via case sparse”, scritto da Giorgia Salicandro, con Fabrizio Saccomanno e Marco Schiavone. Uno spazio di riflessione sulle vie senza nome di ognuna delle nostre città, quelle in cui riecheggiano volti, storie, nostalgie.

Si resta ancora sul tema del “lontano” tanto “vicino” anche nel terzo appuntamento, quello dell’8 agosto, quando è previsto il nuovo spettacolo dei Radiodervish. Si intitola infatti “Cuore meridiano” il viaggio musicale che, attraverso il Mediterraneo, parlerà di suoni e di umanità. Con una nuova poetica per raccontare la vicinanza al popolo di Gaza, vittima di una aggressione senza precedenti da parte del governo israeliano. Un concerto, gratuito come tutti gli altri del festival, che intreccia i brani inediti e le reinterpretazioni del nuovo album con le canzoni più celebri del repertorio della band, per dare voce a una narrazione che attraversa il tempo e le culture.

Infine, nella serata del 9 agosto, al Parco Alan Kurdi, il gran finale del Kascignana. Il super ospite sarà infatti Vinicio Capossela con lo spettacolo “Sirene. Richiami, emergenze e affioramenti”. La simbologia della creatura mitologica come richiamo alla natura duplice e ambigua.  Per chi le sa ascoltare, in questi tempi infausti le segnalazioni di pericolo si sono moltiplicate. Tra guerre, riarmi, sopraffazioni e ingiustizie sociali, l’Occidente sembra quasi aver smarrito la rotta e di essere sul punto di inabissarsi con un moto di accelerazione repentina del suo destino di caduta, di tramonto sotto la linea dell’orizzonte. Sirene intende allora ascoltare questi richiami, decifrarli, guardarli diritti negli occhi e così percorrere un periplo negli abissi delle emergenze attuali, necessario a poter affiorare alla luce per ritrovare il respiro e la luce. Un percorso mosso dalla ferma speranza che all’immersione segua l’emersione, e dalla convinzione che in un momento partecipato come un concerto, la bellezza e la giustizia ricongiunte nel canto possano essere una guida per tornare a riveder le stelle.

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