
Lo stato di salute della democrazia. Sette università al lavoro con il progetto Redirect
22 Maggio 2025La crisi della democrazia in Europa e nel mondo può avere soluzione? Il progetto quadriennale Redirect è nato per rispondere a questa domanda. Finanziato dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea con oltre 2,7 milioni di euro, il progetto coinvolge sette Università di sei Paesi: Italia, Belgio, Ungheria, Norvegia, Polonia e Regno Unito.
Oltre il 20% dei cittadini dei Paesi coinvolti nel progetto Redirect vorrebbe al governo un leader forte, che non debba preoccuparsi del Parlamento e dei partiti politici. Nel corso degli ultimi 10 anni, in media, il desiderio di vivere in una forma illiberale di democrazia si è mantenuto alto in Paesi come la Francia e il Belgio. L’aumento più rilevante di tale desiderio si è manifestato dopo la crisi economica e quella dei rifugiati e si è registrato soprattutto in Italia: nel nostro Paese, a partire dal 2017, i cultori del leader forte sono oltre un terzo dei cittadini.
Redirect affronta dunque un tema cruciale per l’Europa di oggi: come sta cambiando la politica democratica? La trasformazione in corso è certamente segnata da una crisi della rappresentanza, un problema complesso che si manifesta in diversi modi: il crollo della fiducia nelle istituzioni e nei politici, l’aumento dell’individualismo politico, la distanza crescente tra cittadini ed élite, il malcontento diffuso sui social media e nella società. Questo fenomeno, che potrebbe essere definito come una crescente “disconnessione rappresentativa”, indica un allontanamento tra popolo e sistema di governo. Redirect analizza questo fenomeno a vari livelli, utilizzando un approccio interdisciplinare ed esaminando le trasformazioni sociali, quelle istituzionali e gli orientamenti dei cittadini.
L’obiettivo finale è ambizioso: proporre strategie concrete per rafforzare la democrazia, “ricucendo” lo strappo fra cittadini e politica. Il progetto, avviato nel 2023, è ora a un punto di svolta: dopo i primi due anni dedicati alla raccolta dei vari dati, gli studiosi e le studiose delle sette Università coinvolte – Università del Salento, Università di Siena, University of Exeter, Jagiellonian University, Hun-Ren Tk Centre for Social Science, Free University of Brussels, University of Oslo – sono passati all’analisi dei numeri e delle teorie esistenti sulla democrazia rappresentativa.
Il progetto “Redirect – The REpresentative DIsconnect diagnosis and strategies for RECTification” sarà presentato ufficialmente oggi, nella sala conferenze del Rettorato, a partire dalle 14:30.
In apertura, i saluti istituzionali del direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Mariano Longo. Alle 15 la relazione dei docenti Federico Russo e Elif Şeyma Şişman, intitolata “Distant democracy? Mapping democratic disconnection in eight European Countries”.
Dopo una piccola pausa, i lavori riprenderanno alle 16:30 con la relazione delle docenti Terri Mannarini, Evelyn De Simone e Alessia Rochira intitolata “The Representative Disconnect: Investigating the Interplay Between Political Responsiveness and Citizen Engagement”. Ne discuteranno i professori di UniSalento, Michele Carducci e Fabio De Nardis; dell’Università di Padova, Igor Guardiancich e dell’Universität Innsbruck, Camilla Mariotto.
“Il workshop sarà l’occasione per discutere i primi risultati della nostra unità di ricerca, che mette insieme i saperi della scienza politica e della psicologia sociale – commenta il professor Russo, responsabile del progetto -. Ci concentreremo sull’analisi dei cambiamenti dell’opinione pubblica in sei Paesi europei e su uno studio grazie al quale abbiamo cercato di capire quale sia l’impatto del comportamento dei rappresentanti sulla partecipazione politica dei cittadini”.