
Un percorso speciale tra tratturi e strade romane che univano le comunità del Salento antico
9 Agosto 2025Tratturi, strade romane e percorsi che univano le comunità del Salento antico: oggi e domani, con “Viabilità e paesaggi storici nella Valle della Cupa”, proseguono gli appuntamenti di “Rudiae: storie dal sottosuolo” nel Parco Archeologico di Lecce.
Durante l’estate, ogni weekend è infatti dedicato a un percorso speciale per conoscere, grazie agli archeologi Pio Panarelli e Dario Corritore, aspetti inediti di uno dei siti archeologici più importanti del Salento, oggi fruibile grazie al partenariato pubblico-privato per la promozione e valorizzazione stipulato tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e A.R.Va srl – spin-off dell’Università del Salento, anche sulla base di un precedente accordo tra la Soprintendenza e il Comune di Lecce. Grazie a queste passeggiate tematiche saranno messi in evidenza dettagli nascosti della città prima messapica (VII sec. a.C.) e poi romana (III sec. a.C.), nota soprattutto per aver dato i natali al padre della letteratura latina Quinto Ennio (239-169 a.C.). Gli scavi, avviati sin dalla seconda metà dell’ottocento grazie al Duca Sigismondo Castromediano con la direzione di Luigi De Simone, hanno riportato alla luce aree di necropoli, tombe ipogee scavate nella roccia, porzioni delle fortificazioni messapiche, oltre a tratti di strade basolate, luoghi di culto ed edifici pubblici di età romana. Al centro dell’insediamento si conserva l’Anfiteatro romano, costruito durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.).
L’antico abitato di Rudiae è situato lungo le estreme propaggini meridionali della Valle della Cupa. Questo contesto geomorfologico caratterizzato da un’estesa depressione carsica, comprende, oltre al capoluogo, diversi comuni: Campi Salentina, Squinzano, Trepuzzi, Novoli, Carmiano, Arnesano, Monteroni, San Pietro in Lama, Lequile, San Cesario di Lecce, San Donato di Lecce, Cavallino, Lizzanello, Vernole e Surbo. L’avvallamento, conosciuto anche come Giardino della Cupa, fondo la Cupa e il Cupone, raggiunge la sua massima depressione nei pressi di Arnesano (18 m sul livello del mare) e nelle vicinanze della cosiddetta “Vora di Maria Quarta” (22 m. slm). I fattori che hanno agevolato lo sviluppo di centri urbani e di attività umane nell’area sono da ricercare principalmente nella presenza di giacimenti acquiferi situati a poca profondità rispetto alla superficie, nei terreni particolarmente fertili per le colture di cave di argilla e banchi di calcareniti da impiegare come materiale da costruzione. Definita da Cosimo de Giorgi come “Tivoli dei leccesi”, a partire dal XV-XVI secolo, la Valle della Cupa divenne la località ideale dove poter trascorrere periodi di villeggiatura per i nobili e gli aristocratici della città, nonché luogo di spiritualità e preghiera per la presenza del vicino Convento di San Domenico fuori le Mura e del Convento dei Frati Cappuccini, l’attuale Istituto Agrario e Alberghiero Presta-Columella. Dall’area archeologica di Rudiae, immersa in una distesa di campi coltivati e di uliveti, è possibile scorgere il contorno delle cupole di Lequile, le case bianche, le chiese e i campanili di Arnesano, Monteroni, San Pietro in Lama e San Cesario, paesi distanti pochi chilometri l’uno dall’altro.