Una nuova vita per il Mercato Coperto di Galatina: da spazio dimenticato a cuore pulsante della città

Una nuova vita per il Mercato Coperto di Galatina: da spazio dimenticato a cuore pulsante della città

22 Agosto 2025 Off Di Redazione

In un’epoca in cui il tessuto sociale sembra sfilacciarsi sempre più, i centri sociali emergono non come mere strutture, ma come veri e propri polmoni per le nostre città. Lontani dai cliché e dalle narrazioni superficiali, questi spazi rappresentano un’opportunità unica di riscoprire il valore della socialità, dell’inclusione e della partecipazione attiva.

Chi li ha vissuti, come molti giovani e meno giovani nel corso degli anni, sa che non sono affatto “covi di sfaccendati”. Sono, al contrario, laboratori dinamici dove la cultura non è un bene di lusso, ma un diritto accessibile a tutti. L’elemento distintivo che li rende così preziosi è la loro natura inclusiva: sono aperti a chiunque, senza il bisogno di spendere per un caffè o un aperitivo per avere il diritto di restare. In un mondo dominato dalle logiche commerciali, i centri sociali offrono un rifugio, un luogo dove la socialità si vive e si respira anche senza un prezzo.

In questi spazi, la partecipazione non è un’opzione, ma il fondamento. La storia dei centri sociali è una storia di auto-organizzazione e impegno giovanile. In un contesto dove i luoghi di aggregazione spontanea sono sempre più rari, offrono ai ragazzi la possibilità di creare, dibattere e costruire la propria identità collettiva al di fuori di schemi predefiniti.

La loro importanza non è solo culturale, ma anche sociale. In un’Italia che affronta sfide come la povertà e la solitudine, i centri sociali assolvono a un compito essenziale: offrono un punto di riferimento e una rete di supporto per le persone più in difficoltà. La loro esistenza è un esperimento sociale di grande valore, un promemoria che le comunità possono e devono creare spazi di solidarietà.

È per questo che la loro assenza rappresenta una vera sconfitta per le nostre città, siano esse grandi o piccole. E qui si inserisce una proposta concreta: le amministrazioni comunali hanno il potere, e forse il dovere, di riassegnare spazi pubblici dismessi a queste realtà. Dare dignità a questi luoghi significa dare dignità alle persone che li animano e che, con il loro impegno, arricchiscono l’intera comunità. Non si tratta di un semplice gesto, ma di un investimento sul futuro delle nostre città, su una socialità più autentica e su una cultura accessibile a tutti. Bene ha fatto l’amministrazione comunale di Galatina a riassegnare spazi pubblici a tutte le associazioni presenti sul territorio.

Vorrei lanciare una nuova e avvincente sfida per Galatina: una nuova vita per il Mercato Coperto di Galatina, da spazio dimenticato a cuore pulsante della città.

Il mercato coperto di via Principessa Jolanda a Galatina è una struttura che porta con sé una storia, ma che da troppo tempo è stata dimenticata. Questo luogo, che in passato era un vivace punto di scambio e incontro, oggi è un simbolo di un potenziale inespresso. È tempo di cambiare questa narrazione.

La proposta è semplice e ambiziosa: trasformare il mercato coperto in un grande contenitore culturale e sociale. Non un semplice centro, ma un vero e proprio laboratorio civico, interamente gestito e animato dai giovani della nostra città. Questo progetto darebbe una risposta concreta a una necessità fondamentale che da anni si avverte a Galatina: la mancanza di spazi di aggregazione liberi, aperti e non legati alle logiche commerciali.

Immaginate l’ex Mercato Coperto di via Principessa Jolanda trasformato: i suoi ampi spazi potrebbero ospitare mostre d’arte, concerti acustici, laboratori creativi e dibattiti su temi importanti per la comunità. Sarebbe un luogo dove i giovani potrebbero esprimere la propria creatività, imparare a organizzare eventi e, soprattutto, a vivere la propria socialità in maniera costruttiva e autonoma. Sarebbe auspicabile un modello di gestione innovativo che unisce generazioni.

Il successo di un progetto del genere dipende dalla sua sostenibilità e dalla sua serietà. Per questo, la proposta potrebbe includere un modello di gestione che prevede la collaborazione tra diverse generazioni. Una compagine di genitori, professionisti e imprese si affiancherebbe ai giovani, offrendo supporto, esperienza e un punto di riferimento solido, specialmente nelle fasi iniziali. Questa unione intergenerazionale garantirebbe non solo la continuità del progetto, ma creerebbe anche un ponte tra l’esperienza del passato e l’energia del futuro.

La riattivazione di questo spazio sarebbe un segnale forte: che Galatina crede nei suoi giovani, che è pronta a dare loro fiducia e a investire nella cultura e nella socialità come motori di sviluppo.

Chiedo all’amministrazione comunale di valutare seriamente questa proposta. La nostra città ha bisogno di luoghi di incontro che superino le barriere economiche e sociali. Riaprire le porte dell’ex Mercato Coperto non significherebbe solo riqualificare una struttura, ma dare nuova linfa alla comunità intera.

Sono abbastanza sicuro che noi, come cittadini, siamo pronti a fare la nostra parte, mettendo a disposizione tempo, idee e passione per trasformare questo sogno in realtà. Se Galatina vuole essere una città che guarda al futuro, deve investire in spazi che favoriscono la partecipazione, la cultura e l’incontro autentico. L’ex Mercato Coperto è la tela perfetta per iniziare a dipingere questo futuro.

Andrea Coccioli

 

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