
Valerio Aprea va in scena a Collepasso con “Lapocalisse”
25 Luglio 2025È Valerio Aprea il secondo ospite di “Crita – Festival delle arti”, rassegna itinerante dedicata al teatro, alla musica e alla danza, ideata e organizzata dalla cooperativa Ventinovenove con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro.
Questa sera, alle ore 21, al Palazzo Baronale di Collepasso, il poliedrico attore conosciuto sia per le produzioni televisive e cinematografiche più importanti degli ultimi anni, tra le quali la serie cult Boris, sia per la sua partecipazione a Propaganda Live, su La7, porta in scena “Lapocalisse”, testi di Makkox.
Lo spettacolo prova a ragionare sulla percezione di un presente fatto di catastrofismi e allarmismi sull’idea che l’apocalisse è imminente, prossima, inevitabile. Ma ne siamo proprio sicuri, si chiedono i due autori. Davvero non c’è un barlume di speranza? Un minimo spiraglio di possibile intervento per scongiurare un destino che sembra ineluttabile? E se sì, a quali condizioni? Attraverso quali ostacoli? Siamo ancora in tempo per correggere la rotta? Ma poi, soprattutto, la vogliamo davvero correggere questa rotta? Dalla scienza al suo opposto, dagli algoritmi alle abitudini quotidiane, dalla politica al progresso e all’inerzia che lo frena, nello spettacolo la comicità e l’assurdo divengono strumenti affilati per affrontare e provare a scongiurare il grande spauracchio dell’apocalisse, offrendo una chiave iperbolica sulla nostra resistenza e sulla difficoltà che abbiamo nell’adattarci al nuovo.
“Piantati in asso” è il tema dell’ottava edizione di “Crita – Festival delle arti”, che fino a metà settembre fa tappa a Galatone, Bagnolo del Salento, Collepasso, Cutrofiano e Maglie. Il tema di quest’anno gioca con la parola “Asso” che dà il nome al fiume che attraversa il territorio salentino toccando tutti i Comuni coinvolti, conosciuto come Canale dell’Asso. Un’edizione dedicata all’acqua generatrice del ciclo di rinascita, abitando il territorio del fiume più lungo del Salento con un programma di spettacoli che promuove i borghi e le comunità delle aree interne. “Piantati in asso”, in questo caso, porta con sé il senso dell’espressione che indica l’abbandono senza preavviso ma assume anche il significato di radicamento, “è l’orgoglio del legame con la nostra terra del Sud”, spiegano i direttori artistici Mary Negro e Gabriele Polimeno, “con la consapevolezza di aspettare treni che forse tarderanno a passare. L’acqua, inoltre, è un bene primario come del resto siamo convinti che lo siano la cultura e l’arte: tutte possono dissetare l’essere umano”.