Il cantautore salentino Massimo Donno pubblica l’album “La spada e l’incanto”

Il cantautore salentino Massimo Donno pubblica l’album “La spada e l’incanto”

11 Maggio 2025 Off Di Redazione

Dieci canzoni liberamente ispirate al Cantico delle creature di San Francesco per raccontare la sconfinata bellezza dell’universo, sempre in bilico tra luce e oscurità, capace di rovesciarsi nel suo opposto e precipitare nell’inferno degli uomini: “La spada e l’incanto” è il quinto lavoro discografico di Massimo Donno.

I brani originali del cantautore salentino – arrangiati insieme all’organettista Riccardo Tesi – esaltano la sorprendente attualità dello sguardo francescano sul mondo e su tutte le creature che lo abitano. In attesa dell’uscita ufficiale per Squilibri (prevista per venerdì 16 maggio) proseguono le anteprime live. Dopo i concerti a Carmiano e Melissano, sabato 10 maggio alle 20:30 (ingresso libero) nel Teatrino del Convitto Palmieri di Lecce, il cantante e chitarrista, affiancato da Eleonora Pascarelli (voce) ed Emanuele Coluccia (fiati), sarà ospite dell’ottava edizione del Festival Treccani della Lingua Italiana, dedicata alla parola responsabilità. Domenica 11 maggio il trio si esibirà alle 19:30 al Teatro Garibaldi di Gallipoli, in un concerto promosso dall’Assessorato alla Cultura. Donno propone un approccio profondo e poetico, distante dalle letture anacronistiche che riducono il santo di Assisi a un’impossibile icona di una sensibilità ecologista e ambientalista ancora da venire. Il progetto celebra l’ottocentesimo anniversario della celebre opera (conosciuta anche come Cantico di Frate Sole o Laudes creaturarum), scritta poco prima della sua morte e considerata l’atto di nascita della poesia italiana.

A dispetto dell’età, in ogni caso, il testo sorprende per la capacità di esprimere istanze e aneliti della nostra contemporaneità, pur così diversa dall’epoca in cui visse San Francesco che, in una dimensione di ascesa verso il divino, colse in ogni aspetto della creazione la santità di un’opera da esaltare come riflesso e manifestazione dell’Altissimo: qualcosa, diremmo oggi, anche da custodire come un bene comune e come una risorsa da preservare per le generazioni a venire, quali che siano le motivazioni – religiose o laiche – che assumiamo come regola del nostro agire. Le canzoni parlano così di temi ricorrenti ed eterni, di lavoro e guerra, di solitudine e pace, della sconfinata bellezza di un universo sempre sul procinto di rovesciarsi nel suo opposto, precipitando nell’inferno degli uomini dove “prima lanciano le bombe e poi fan parchi alla memoria” e dove “beatificano il santo dopo averlo messo in croce”. Di canzone in canzone, si evidenzia così un punto di vista del tutto personale su quanto avviene attorno all’autore, in una prospettiva radicata nella sua esperienza di vita oltre che negli ambienti e contesti a lui più prossimi.

“Quando ho iniziato a lavorare a questo progetto non immaginavo cosa sarebbe accaduto: sono stati anni di cambiamenti importanti, collaborazioni, scrittura, letture, prove, concerti, anteprime, premi e tanto altro. È un lavoro che ha cambiato me, il mio modo di intendere la ricostruzione storica di alcune figure, di alcune vicende – sottolinea Massimo Donno -. C’è un filo rosso che lega questo disco alle mie precedenti esperienze: si parla di viaggio, di migrazioni, di solitudine, di marginalità, di persone al di fuori e al di sopra di ogni categoria. Questo raccontano le mie nove canzoni che, parlando di Francesco, parlano di noi, dell’aria che respiriamo, dell’acqua che navighiamo, del tempo che attraversiamo”.

 

Condividi: