A Sternatia, presentazione del nuovo libro di Adonella Caggiula, Brizio Lefons e Pantaleo Palma

A Sternatia, presentazione del nuovo libro di Adonella Caggiula, Brizio Lefons e Pantaleo Palma

4 Agosto 2025 Off Di Redazione

Il Comune di Sternatia, nell’ambito della rassegna di proposte culturali nel cuore della Grecìa salentina “La civetta sul pozzo”, presenta il libro “Tra le antiche foreste del Salento, la sacra roccia, li craunari e la quercia millenaria di Calimera, un paese della Grecìa Salentina” di Adonella Caggiula, Brizio Lefons e Pantaleo Palma, in programma per martedì 5 agosto alle ore 20:30 presso il suggestivo Chiostro del Convento dei Domenicani di Sternatia.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco, dott. Gabriele Candito, l’incontro sarà moderato dall’avv. Marta Martina, vicesindaco di Sternatia.

Dialogheranno con gli autori il prof. Gian Pietro Di Sansebastiano, docente di Botanica presso UniSalento nonché presidente della Fondazione per la gestione dell’Orto Botanico del Salento e il dott. Francesco Tarantino, agronomo georgofilo e consigliere della Fondazione per la Gestione dell’orto Botanico del Salento.

Il libro, offre al lettore un’importante occasione di riflessione in merito alle tragiche mutazioni che ha subito il paesaggio salentino negli ultimi decenni. La drammatica perdita degli oliveti secolari, la catastrofica fine delle palme, le malattie degli agrumi e via di seguito, hanno vergato, infatti, un radicale cambiamento di quel paesaggio che per secoli ha caratterizzato il Salento ed ha costituito la pregiudiziale della cultura, delle tradizioni, dei modi di vivere e delle dinamiche economiche del territorio.

Il libro riconosce, pertanto, il valore della memoria che il popolo salentino deve custodire poiché è il ricordo che indirizza le scelte future, in un momento storico nel quale si rischia di optare per soluzioni che possano palesarsi come vantaggiose economicamente ma non rispettose della bellezza del territorio, della tradizionale fisionomia, della sua specifica vocazione agricola, in sostanza del genius loci.
Il ricordo struggente degli uliveti secolari ormai perduti, la riflessione su un modo di vivere simbiotico con l’ambiente e con gli altri esseri umani, ammanta, poi, il testo di una malinconia insuperabile mentre le argomentazioni sono cesellate dagli autori con un’impareggiabile sensibilità.
Il testo costituisce, pertanto, un grandissimo tributo al territorio della Grecìa Salentina; è un monumento a quella realtà rurale che ha originato il substrato economico e sociale nel quale si sono sviluppate tutte le tradizioni che contraddistinguono il tratto identitario più vero del popolo salentino.

 

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