“Capitane d’impresa”, i Centri per l’Impiego a sostegno dell’imprenditoria femminile

“Capitane d’impresa”, i Centri per l’Impiego a sostegno dell’imprenditoria femminile

22 Dicembre 2022 0 Di Redazione

La disuguaglianza di genere non è qualcosa di già dato. Superarla, tuttavia, significa fornire alle donne strumenti reali, per consentire non solo l’accesso ma anche l’affermazione nel lavoro e la possibilità di dare sostanza alle proprie aspirazioni. È ciò che è alla base del progetto di Arpal Puglia “Capitane d’impresa: i Centri per l’impiego a sostegno dell’imprenditoria femminile”, con cui viene attivato un servizio gratuito di orientamento e consulenza specializzata per le donne che vogliono avviare una propria realtà imprenditoriale o consolidare quella già esistente.

Presentato pubblicamente nella mattinata di mercoledì 21 dicembre presso la sala conferenze della Regione Puglia, a Lecce, il progetto vanta il partenariato di Ente Nazionale Microcredito e AGI-Avvocati giuslavoristi italiani di Puglia e Basilicata. Con “Capitane d’impresa”, dunque, Arpal Puglia intende coniugare i concetti di “imprenditorialità” e di “pari opportunità”, nell’ottica di offrire un servizio di accompagnamento per coloro che sono alla ricerca di una possibilità di impiego alternativa al lavoro dipendente.

“Il ruolo della donna sta crescendo – hanno spiegato i dirigenti Luigi Mazzei (Ambito territoriale di Lecce), Claudia Claudi (A.T. Taranto-Brindisi), Valentina Elia (A.T. di Bari) ed Eleonora De Giorgi (A.T. Foggia-Bat) – e avanza occupando posti sempre più strutturati nella società del lavoro, della politica, della pubblica amministrazione, ma teme ancora la perdita della leadership familiare nella cura della casa e dei figli. Facendosi interprete di questa trasformazione sociale in corso, Arpal Puglia, per il tramite dei Centri per l’Impiego territorialmente competenti, intende partecipare al compimento di questa conquista, attraverso l’attivazione di un servizio di orientamento e consulenza specializzata che mira al perseguimento della parità di genere attraverso la promozione della cultura dell’imprenditoria femminile”.

Orientamento, tutoraggio, scouting incentivi, tutele: il servizio nei Cpi In ognuno dei 44 Centri per l’impiego pugliesi, è stato individuato un gruppo di operatori, selezionati sulla base delle competenze maturate in ambito legale-economico-finanziario e in ambito formativo-orientativo. Adeguatamente preparati in seguito ad un percorso di formazione dedicato, gli operatori sono in grado – anche con l’assistenza dei partner – di fornire alle aspiranti imprenditrici orientamento individualizzato; definizione del profilo motivazionale e attitudinale; analisi del contesto di mercato e consapevolezza sul rischio d’impresa; tutoraggio nello sviluppo dell’idea imprenditoriale; informazione su adempimenti amministrativi, normative settoriali e forme giuridiche utilizzabili; scouting di incentivi, iniziative di microcredito, bandi e finanziamenti pubblici per l’avvio di attività imprenditoriali femminili o per il consolidamento di quelle esistenti; supporto nella programmazione delle azioni da intraprendere per la realizzazione del progetto; individuazione di ulteriori soggetti a cui rivolgersi per gli adempimenti strumentali; informazione sulle tutele normative per la conciliazione dei tempi vita-lavoro. Si può prenotare un appuntamento gratuito contattando il Centro per l’impiego territorialmente competente.

Il ruolo dei partner di progetto
Nel solco di una collaborazione stabile già avviata nel 2020 con Arpal Puglia, l’Ente Nazionale Microcredito ha il compito di diffondere e condividere know-how, conoscenze e buone prassi al fine di potenziare la consapevolezza di chi è chiamato a promuovere, orientare e diffondere opportunità su autoimpiego ed autoimprenditorialità ed a facilitare l’accesso a persone appartenenti a fasce deboli del mercato del lavoro, come appunto le donne. “Sostenere l’autoimprenditorialità femminile – ha sostenuto, in collegamento da Roma, il presidente ENM, Mario Baccini – è una chiave di volta fondamentale per le politiche del lavoro. L’ARPAL Puglia ha saputo cogliere questa opportunità per incentivare una buona prassi a favore del tessuto economico del territorio. Voglio ricordare che il microcredito nasce per le donne, considerate più affidabili nella restituzione, capaci nell’avvio dell’impresa e determinate. Come più volte testimoniato da dati e inchieste, la riduzione del gender gap supporta lo sviluppo dell’intero Sistema Paese con un fatturato del 40% in più”.

AGI- Avvocati Giuslavoristi Italiani, tra le associazioni forensi maggiormente rappresentativa sul piano nazionale, fornirà agli operatori Arpal idonea formazione e aggiornamento. “Inoltre – ha aggiunto Giuseppe Russo, referente per la sezione Puglia e Basilicata – AGI affiancherà gli operatori nelle attività di consulenza gratuita alle donne utenti in ordine all’adozione del modello societario più idoneo al progetto da realizzare e a tutte le informazioni, di carattere normativo, necessarie in materia di autoimpiego e imprenditoria femminile”.

Il gender gap in Puglia, i dati In Puglia, nel 2020, il tasso di occupazione femminile ha segnato -29,3 punti percentuali rispetto a quello maschile, documentando un divario di genere maggiore rispetto a quello riscontrabile nel resto del Mezzogiorno (-26 per cento) e in Italia (-19,9 per cento). Il gender gap resta una problematica strutturale, che si manifesta, come ribadito nel “Bilancio Sociale e di Genere 2020” della Regione Puglia, nel difficile accesso all’occupazione per le donne; nella scarsa “qualità” del lavoro in termini di legalità e stabilità della posizione contrattuale ricoperta; nella diffusione di forme di “segregazione orizzontale”, cioè la presenza di settori e mansioni tipicamente femminili; nella bassa propensione all’imprenditorialità. Durante la conferenza, Davide Stasi, data analyst, ha restituito la fotografia della situazione sul territorio: qualcosa inizia a cambiare, sebbene lentamente e con disomogeneità. Lo studio prende in esame le imprese attive, ovvero quelle iscritte in Camera di Commercio, che esercitano l’attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto. Si tratta, quindi, di un sottoinsieme dello stock totale delle aziende presenti nel Registro delle imprese.

Dalla lettura dei numeri emerge che il trend delle imprese femminili in Puglia è in crescita. Negli ultimi sette anni, ne risultano 1.749 in più: si è passati dalle 77.330 imprese attive del 2015 alle 79.079 al 30 settembre di quest’anno. L’andamento, pari al +2,3 per cento, è migliore rispetto a quello nazionale, fermo al +1,7 per cento.

Tuttavia, le differenze all’interno della stessa regione sono importanti: nei sette anni presi in esame, Foggia – seconda provincia dopo Bari per numero totale di imprese femminili attive – è l’unico territorio nel quale si è registrata una lieve flessione, pari a -0,8 punti percentuali (139 le imprese cessate). Per Bari si documenta un tasso di crescita dell’1 per cento, dunque inferiore alla media nazionale e regionale (+290 imprese). Si fa presente che le Camere di Commercio di Bari e Foggia hanno competenza anche sui comuni della Bat, non essendoci qui una corrispondente CCIAA. In tutte e tre le province della Puglia meridionale, invece, il tasso di crescita è rimasto costante nei sette anni e supera quello regionale. A Taranto, è pari al +3,4 per cento (+371 imprese); a Brindisi è del +4,9 per cento (+358 imprese); a Lecce del +6,2 per cento (+869).

“L’analisi per settori economici – ha spiegato, poi, Davide Stasi – evidenzia una consistente presenza imprenditoriale femminile in agricoltura. A seguire, nel commercio; poi, ancora, nei servizi di alloggio e ristorazione e nelle «altre attività di servizi» (prevalentemente servizi alla persona). Riguardo al divario degli stipendi tra uomini e donne, che si riflette anche sugli aspetti previdenziali, le donne lavoratrici sono in numero maggiore nella fascia sotto i 15mila euro. Sopra questa soglia, invece, aumentano gli uomini e questo è sintomatico della strada ancora lunga da percorrere per una vera emancipazione femminile anche dal punto di vista economico”.

Il talk: le storie di quattro imprenditrici come leva d’ispirazione Quattro storie molto diverse, ma con lo stesso filo conduttore: la grande tenacia nel creare o portare avanti la propria azienda con un management al femminile in grado di innovare gli approcci e di farsi spazio anche in ambienti tradizionalmente maschili. Il talk “Impresa, roba da donne” è stato utilizzato come leva d’ispirazione sia per le donne utenti sia per gli stessi operatori Arpal che dovranno erogare il servizio.

Tra le protagoniste, Giorgia Marrocco, amministratrice delegata di Pimar srl: è da molti anni al timone dell’azienda leader nella lavorazione della pietra leccese, realtà con 150 anni di storia e un percorso produttivo che incarna da quattro generazioni l’essenza del made in Italy nella lavorazione di un materiale millenario. Non solo tradizione, ma anche ricerca tecnica e design, dall’ambito architettonico al retail, dal restauro al design, e collaborazioni con architetti e designer di tutto il mondo. Giorgia Marrocco ricopre anche ruoli importanti in Confindustria Puglia, come componente commissione internazionalizzazione.

Patrizia Spedicato è rientrata in Puglia qualche anno fa dopo una lunga carriera nel nord Italia come ingegnere civile presso multinazionali del settore edile ed energetico. È tra le “ritornanti”, cioè coloro che hanno scelto di reinvestire nella propria terra il bagaglio di esperienze maturato fuori. A Lecce si è cimentata in un settore del tutto nuovo per lei: la gestione di un proprio b&b nel centro storico della città, dopo l’acquisto e la ristrutturazione di un’antica dimora. Nell’avvio dell’azienda, che vanta tutte collaboratrici donne, è stata beneficiaria di un finanziamento derivante dal bando Nidi della Regione Puglia.

Alessandra Ferramosca si definisce “cuoca itinerante salentina”: ha una ditta individuale ed è imprenditrice di se stessa. Ha iniziato il suo percorso professionale come direttore marketing di un’azienda casearia salentina, poi ha deciso di cambiare rotta: il suo lavoro non ha una sede fissa, ha una natura “nomade” e lei porta la sua cucina in giro, nei percorsi di degustazione territoriale, negli eventi gastronomici a tema Salento in Italia e all’estero, nei food tour al mercato ortofrutticolo, negli eventi a domicilio e in strutture ricettive o nei laboratori di cucina rivolti a turisti provenienti da tutto il mondo.

Iliana Morelli è co-founder e amministratrice di Boboto, srl creata nella forma innovativa di “società benefit”, evoluzione delle forme tradizionali di società: lo scopo non è solo quello di distribuire gli utili tra i soci, ma anche di generare impatto positivo sulla società e creare valore condiviso. Nel caso di Boboto, che vanta un team quasi completamente composto da donne, la mission è quella di promuovere attività educative orientate all’inclusività e alla responsabilità sociale attraverso la divulgazione del metodo Montessori e delle competenze del XXI secolo.

 

 

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