Clima Mediterraneo: cambiamenti, innovazioni e opportunità. Tre incontri alla Fondazione CMCC

Clima Mediterraneo: cambiamenti, innovazioni e opportunità. Tre incontri alla Fondazione CMCC

17 Luglio 2025 Off Di Redazione

Nel cuore dell’estate leccese, mentre la città si apre al dialogo tra culture con la rassegna Armonie del Mediterraneo – promossa dal Comune di Lecce con il supporto scientifico e organizzativo dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo – il tema della sostenibilità ambientale assume un ruolo di primo piano grazie a tre appuntamenti organizzati dalla Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. In un programma che intreccia arti, pensiero e cittadinanza attiva, la voce della scienza si inserisce come elemento fondamentale di consapevolezza collettiva, offrendo strumenti per comprendere le trasformazioni in atto e immaginare un futuro possibile per il Mediterraneo.

Sino al 19 luglio, studiosi, ricercatori e cittadini si incontreranno per riflettere insieme su un Mediterraneo fragile e bellissimo, attraversato da crisi profonde e trasformazioni epocali. Il cambiamento climatico non è più un’ipotesi lontana, ma una realtà concreta che si manifesta sotto molteplici forme: siccità prolungate, incendi, mareggiate, perdite di biodiversità, migrazioni ambientali. In questo scenario, il Mediterraneo si configura come uno dei punti più sensibili del pianeta, un vero hotspot climatico, dove si concentrano rischi ma anche possibilità di innovazione, adattamento e cooperazione.

I tre incontri promossi dal CMCC, tutti a ingresso libero, affrontano la sostenibilità ambientale come una questione concreta e urgente, che tocca la qualità della vita, la salute dei territori e il futuro delle comunità. Non si tratta solo di scenari climatici o modelli previsionali: in gioco ci sono il modo in cui viviamo, coltiviamo, ci spostiamo, ci nutriamo. Il Mediterraneo, da sempre culla di civiltà, si rivela oggi anche un territorio fragile, esposto a trasformazioni rapide e profonde. Proprio per questo si configura come un laboratorio privilegiato per comprendere e affrontare le grandi sfide ambientali del nostro tempo, in un equilibrio da ricostruire tra natura, società e conoscenza.

Il ciclo si apre oggi, alle ore 19:00, nella sede CMCC di via Marco Biagi con la conferenza: “Clima Mediterraneo: innovazione e opportunità per un futuro sostenibile”. Un’occasione per esplorare lo stato del clima nel bacino mediterraneo, una regione dove gli effetti del riscaldamento globale sono già evidenti: il 2024 ha registrato temperature marine record, con indicatori climatici che mostrano tendenze preoccupanti, tra cui ondate di calore, siccità prolungate, piogge intense e incendi che rappresentano pericoli sempre più urgenti per le persone e per l’ambiente.

Ad aprire l’incontro, dopo i saluti istituzionali, sarà Guido Rianna (CMCC, Istituto per la resilienza climatica) con l’intervento “Gestione sostenibile delle risorse idriche”. Un approfondimento dedicato alle risorse idriche del Mediterraneo, sempre più limitate e al centro di tensioni crescenti tra esigenze agricole, civili e industriali, in un contesto segnato da siccità ricorrenti e pressioni ambientali.

A seguire, Verena Dreyer e Leonardo Lima (CMCC, Istituto per la previsione del sistema terra) presenteranno “Il servizio Copernicus e le previsioni del Mediterraneo”, illustrando come i più avanzati strumenti satellitari e i modelli climatici europei consentano oggi una lettura sempre più precisa e dinamica del sistema Mediterraneo, rendendo disponibili scenari futuri utili alla pianificazione e all’adattamento.

Chiuderà la serata Salvatore Causio (CMCC, Istituto per la previsione del sistema terra) con “Le coste del Mediterraneo e la sfida dell’adattamento”, un intervento dedicato al fragile equilibrio tra sviluppo costiero, tutela degli ecosistemi e resilienza urbana, in un’area dove circa il 30% della popolazione vive a meno di dieci chilometri dal mare.

Venerdì 18 luglio, alle ore 19:00, si cambia spazio e tono con il primo dei due Aperitivi Mediterranei, in programma al Bar Astoria, Porta San Biagio. “Il mare che verrà” è il titolo dell’incontro che vedrà protagonisti Gianandrea

Mannarini (CMCC, Istituto per la previsione del sistema terra) e Federica Stella Blasi (CMCC, Programma di ricerca “Coste globali come nuova frontiera”).

Il Mar Mediterraneo, spazio di navigazione e ponte tra continenti, è oggi anche una frontiera fragile: soggetto a surriscaldamento, acidificazione, modifiche delle correnti, proliferazione di specie invasive. Le rotte navali, la pesca e le attività economiche si intrecciano con le emergenze ambientali. Ma non tutto è distopia: le nuove tecnologie di simulazione e previsione oceanica stanno rivoluzionando la nostra capacità di gestire il traffico marittimo, salvaguardare l’ecosistema e rispondere in tempo reale a fenomeni complessi. Il Mediterraneo che verrà dipenderà anche da quanto sapremo ascoltare, studiare, prevedere.

Sabato 19 luglio, alle ore 19:00, presso Il Barrito, in via Francesco de Mura 67, il ciclo si chiude con un appuntamento che completa idealmente il mosaico tracciato nei giorni precedenti. Dopo aver esplorato il clima e il mare, l’attenzione si sposta su un altro elemento essenziale, spesso invisibile ma fondamentale: il suolo.  L’incontro, dal titolo “Il nostro suolo. Cibo e fuoco nella regione mediterranea”, è un invito a riflettere su quanto la terra – intesa non solo come substrato fisico, ma anche come memoria, nutrimento, paesaggio e cultura – sia oggi al centro di molteplici pressioni. È proprio sulla terra che si manifestano gli effetti più tangibili del cambiamento climatico: dalle coltivazioni minacciate alla vulnerabilità degli ecosistemi forestali, dai rischi per la sicurezza alimentare all’aumento degli incendi.

Gabriele Pizzileo (CMCC, Istituto per la resilienza climatica) aprirà l’incontro affrontando il nesso tra clima, agricoltura e produzione alimentare, esplorando il legame tra clima e agricoltura. Il cambiamento climatico mette sotto pressione le colture tradizionali del Mediterraneo, alterando stagioni, piogge e disponibilità d’acqua. A fronte di queste difficoltà, emergono però anche nuove opportunità: innovazioni agronomiche, pratiche sostenibili e modelli produttivi più resilienti.

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