Covid: è pugliese il 31% dei 13mln di residenti in zone ancora a rischio

Covid: è pugliese il 31% dei 13mln di residenti in zone ancora a rischio

4 Maggio 2021 0 Di Redazione

E’ pugliese il 31% dei 13 milioni di residenti in zone a rischio costretti ancora ad affrontare le restrizioni per il rischio Covid. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in occasione dell’entrata in vigore della nuova mappa dei colori con la Puglia ancora tra le 5 regioni in zona arancione e una rossa.
“La chiusura di ristoranti, pizzerie ed agriturismi duramente provati dalla chiusure forzate travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con oltre 80mila di tonnellate di vino e cibi invenduti in Puglia. Ogni giorno di ritardo sulle vaccinazioni costa in media alla Puglia oltre 20 milioni in mancati consumi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
E’ agognata una ripresa dopo mesi di lockdown che – sottolinea la Coldiretti Puglia – hanno privato i pugliesi di componenti importanti della socialità e tagliato pesantemente i redditi degli operatori. Se la riapertura di bar, ristoranti e agriturismi è una priorità per il 70% degli pugliesi c’è un 30% dei cittadini che ritiene importante la ripresa di concerti e spettacoli teatrali, mentre dovrà ancora attendere il 22% chi ha, infine, come obiettivo quello di tornare in palestra.
In Puglia si produce un PIL del valore di 69 miliardi di euro – aggiunge Coldiretti Puglia – con importanti segmenti economici che fanno da volano ad occupazione ed investimenti, dall’industria al commercio fino all’agricoltura che in queste aree rappresenta una realtà strategica del sistema produttivo. La spesa media mensile in Puglia è di 1.996 euro a famiglia – continua Coldiretti Puglia – mentre per la spesa alimentare i pugliesi spendono 453 euro a nucleo familiare per la tavola.
In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia – quasi 22000 ristoranti, bar, mense e pizzerie e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia – lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti regionale – sono coinvolti circa 22mila tra bar, ristoranti e agriturismi in Puglia, ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione lungo la filiera impegnate a garantire le forniture alimentari.

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