I versi di Anna Rita Merico e la musica di Maria Fino a Music Together Lecce

I versi di Anna Rita Merico e la musica di Maria Fino a Music Together Lecce

14 Aprile 2024 0 Di Redazione

Questa sera, ore 19, presso la sede di Music Together Lecce, si terrà l’appuntamento conclusivo della prima edizione della rassegna “di margini poetici”, in collaborazione con Musicaos Editore. L’incontro sarà dedicato al nuovo lavoro poetico e alla ricerca di Anna Rita Merico, in particolare alla raccolta “Se tolgo il nodo” di recente edita da Musicaos Editore. L’autrice dialogherà con Anna De Nitto, e alternerà letture a un percorso musicale/poetico con la musicista Maria Fino (pianoforte).

La rassegna “di margini poetici” nasce con l’idea di porre l’accento sul dialogo tra gli autori e i lettori. In un luogo della periferia cittadina che diviene centro di irradiazione di dibattito poetico, artistico, musicale, la rassegna ha ospitato gli incontri con Paola Maritati, Antonio Palumbo, Adriana Polo (con Manuela Mastria, Stefania Polo); Adriana Polo (Music Together), Luciano Pagano (Musicaos), Anna De Nitto, hanno intessuto un dialogo con gli autori e le loro opere, così “di margini poetici” ha ottenuto un buon riscontro di pubblico, diventando un appuntamento fisso (una volta al mese) per chi ha voluto prendere parte di volta in volta agli incontri.

“Se tolgo il nodo” di Anna Rita Merico, “Un libro che cattura e fotografa con nitore e desolazione, turbamento, profondità, le infinite possibilità esistenziali dell’universo umano, colto, scandagliato, discusso nel proprio rapporto stringente sia con la contemporaneità sia con i grandi temi archetipici dell’umanità; una scrittura che, analogamente al corpo di cui essa parla, si può definire ‘porosa’: le parole accadono e divengono nella pagina bianca, emergono tra ampi silenzi in maniera vibrante; la ‘vis’ critica di Anna Rita Merico è fiera, spietata, coglie punti essenziali e funzionali al ripensamento della figura femminile che, alla fine di questa acuta investigazione di sé e della società che ne plasma i modi, che la definisce e la irrigidisce, ritorna in posizione fetale, ma non nella sua matrice di partenza, non nel locus primigenio assegnatole: coltiva il progetto di costruire un luogo altro che possa accoglierla, un orizzonte di possibilità in cui sia dato nascere a forma nuova, «sono fuori da ogni utero possibile non ho luogo / devo agire costruirmene uno che m’accolga / che mi sviti dal torpore che mi dia volto e mani che mi succhi da questa foschia / che mi lasci nascere / finalmente”. (Claudia Mirrione)

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