Indagine Coldiretti Puglia: “Il conflitto in Ucraina aumenta la minaccia di rischi alimentari”

Indagine Coldiretti Puglia: “Il conflitto in Ucraina aumenta la minaccia di rischi alimentari”

10 Giugno 2022 0 Di Redazione

Il conflitto in Ucraina aumenta la minaccia di rischi alimentari, una emergenza che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi con un impatto negativo sulla salute con circa 200 diverse malattie di origine alimentare.

E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, in occasione della quarta Giornata mondiale della sicurezza degli alimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) che si festeggia il 7 giugno.

“In Puglia viene importato il grano duro ed il tenero da Russia, Cina, Canada, Grecia e Croazia, le ciliegie da Turchia, Grecia e Francia, i carciofi da Tunisia ed Egitto, l’uva da tavola da Cile e Perù e la lista non finisce qui – denuncia Coldiretti Puglia – con evidenti rischi legati al trasporto e agli stessi parametri diversi di produzione con l’utilizzo di sostanze bandite in Italia”.

Oltre otto allarmi alimentari su dieci sono scattati a causa di cibi pericolosi provenienti dall’estero pari all’81%, secondo l’ultimo rapporto del Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea.

“Si tratta di prodotti che spesso  vengono proposti sui banchi di vendita come se fossero Made in Italy, dove oltre alla concorrenza sleale si profila un grave danno per gli agricoltori e per la salute dei consumatori. Si tratta di una competizione inaccettabile con i prodotti simbolo della Puglia, dalle olive alle melegrane, dal peperoncino ai legumi, dagli ortaggi alla frutta, in una regione che, secondo i dati ISMEA, è prima in Italia per la coltivazione di ortive, seconda per frutteti, terza per i legumi”, denuncia Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

“Dai semi di sesamo dell’India di moda per le insalatone salutiste alla carne di pollo low cost dalla Polonia, dalla frutta e verdura turca al pepe nero brasiliano salgono sul podio della “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute rilevati nella Ue, nella quale rientrano anche le arachidi da Usa e Argentina, i pistacchi turchi ed iraniani e le ostriche francesi, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf. In generale in testa alla classifica dei Paesi dai quali giungono i cibi più contaminati ci sono l’India, responsabile del 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa, la Turchia con il 10% e la Polonia (10%) ma preoccupazioni – continua la Coldiretti – arrivano anche dalla Francia (6%), dall’Olanda (6%) e dalla Cina (6%). I pericoli maggiori sono venuti dai semi di sesamo dell’India, molto di moda nelle insalate salutistiche, a causa della presenza di ossido di etilene, e dalla carne di pollo polacca con la salmonella, ma sul podio del rischio c’è anche la frutta e verdura importata dalla Turchia per la presenza di residui di pesticidi. Nella black list alimentare ci sono poi il pepe nero brasiliano a rischio salmonella, i fichi secchi dalla Turchia per l’elevato contenuto in aflatossine cancerogene come pure le arachidi da Usa e Argentina, i pistacchi turchi ed iraniani mentre le ostriche francesi sono state individuate contaminazioni da norovirus responsabili di gastroenteriti”.

Non sorprende dunque che l’87% dei consumatori voglia il divieto di ingresso nei mercati nazionali dei prodotti provenienti da paesi privi di regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della Ue, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Secondo la stragrande maggioranza dei cittadini è inutile imporre alle imprese locali leggi sempre più severe se poi si consente ad imprese spregiudicate o a interi settori produttivi di altri paesi senza legislazioni analoghe di invadere il mercato italiano con prezzi stracciati, magari sfruttando il ricorso a lavoro semischiavistico o minorile o, anche, a produzioni senza rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale.

Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee, conclude Coldiretti nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali.

GLI ALIMENTI A MAGGIORE RISCHIO (DATI EFSA) 

Uova e ovo prodotti

Cibo misto

Pesce e prodotti ittici

Crostacei e frutti di mare

Carni miste

Carne di maiale

Carne di pollo

Ortaggi e frutta

Dolci e cioccolato

Pasti a buffet

Carne Bovina

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