Intitolazione della Sala Convegni “Santa Chiara” alla memoria di Teresa Martucci in Vallone

Intitolazione della Sala Convegni “Santa Chiara” alla memoria di Teresa Martucci in Vallone

28 Gennaio 2022 0 Di Redazione

La Giunta comunale di Galatina, con atto n. 12 del 20 gennaio 2022, ha deliberato di intitolare la Sala Convegni dell’ex Monastero delle Clarisse “Santa Chiara” alla memoria di Teresa Martucci in Vallone, concittadina deceduta nel gennaio dello scorso anno, che si è distinta in vita per il suo impegno e dedizione instancabile nel campo sociale, dedicando totalmente la sua vita agli altri.

Scrive in una lettera del 5 ottobre 2021 Fra Rocco Emanuele Cagnazzo a nome dell’intera comunità della Parrocchia di Santa Caterina d’Alessandria:

“Teresa Vallone (1944-2021), nata Martucci, è stata una donna che ha saputo fare breccia nel cuore di tutti, tanto che coloro che l’hanno incontrata si sono sentiti fortunati, o meglio toccati dalla grazia.

E’ stata e resterà un esempio per chiunque l’abbia conosciuta, l’esempio di una persona che ha dedicato totalmente e gratuitamente la sua vita agli altri, spendendosi senza limiti.

E questo senza mai trascurare il suo essere moglie e madre. Ha rinunciato al lavoro fuori casa per dedicarsi ai suoi cinque figli e alle attività di accoglienza e solidarietà con a fianco, suo marito Donato, vero braccio destro in ogni iniziativa.

Teresa era una donna instancabile e determinata, amorevole con tutti, riusciva a contagiare gli altri trovando sempre persone pronte ad aiutarla anche perché a ciascuno, con garbo, chiedeva ciò che questi poteva dare e così aveva risposta e coinvolgimento per ogni suo progetto sociale.

Si dedicava agli altri con passione. E chiunque le chiedeva aiuto la trovava sempre pronta. E cosa dire del sono del suo tempo! Un be che oggi sembra mancare a tutti ma non a Teresa, mai.

Nonostante la sua numerosa famiglia, Teresa ha avuto la forza, il  coraggio e l’amore di accogliere in affido temporaneo bambini di famiglie fragili, bisognose di sostegno anche solo diurno, bambini che sono rimasti poi in contatto con lei e con la sua famiglie. Questo il suo modello di famiglia aperta e allargata all’amore.

Sempre in relazione con gli operatori dei servizi sociali dell’ambito, era pronta a dare il suo aiuto e coordinando il gruppo delle famiglie affidatarie e impegnandosi a risolvere problematiche in situazioni di stallo.

Non amava e accoglieva solo i minori, mamma Teresa, ma si dedicava anche agli anziani. Le sue attenzioni nei loro confronti partivano dalla semplice telefonata quotidiana, sino al dare risposta ai loro eventuali bisogni. E per un anziano l’attenzione di una persona non della famiglia diventava un grande gesto d’amore che riempiva gli spazi vuoti di una vita in solitudine.

Una particolare attenzione era poi rivolta ai malati ed ai pazienti degli ospedali a partire dal Santa Caterina Novella di Galatina come associata dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri). Prestava il suo sevizio di volontariato con grande cura e attenzione affrontando le diverse necessità dei degenti, con uno sguardo preferenziale per i poveri.

Ma un’attenzione particolare era rivolta alla famiglia, luogo dell’amore e della crescita di ognuno, lei che aveva avuto una bella famiglia e che ne aveva creato una altrettanto bella. Per questo dedicava il suo tempo alle famiglie bisognose. Ne seguiva tante. Ma nel suo cuore ce n’era una in particolare, quella di una mamma con cinque figli piccoli e con il marito in situazione di salute precaria. Anche qui le attenzioni continue con semplici telefonate per far sentire costanti la presenza e la vicinanza. E poi sempre pronta a correre in caso di necessità. Per loro riusciva a trovare sempre e qualunque cosa potesse aiutarli economicamente. Non interveniva con il denaro ma con i beni di seconda mano come abbigliamento, mobili e accessori per la casa, partendo da tutto ciò che serviva ai bambini. E come questa famiglia ne ha accompagnato tante altre dal matrimonio… che dire degli abiti da sposa e da sposo, sino alla nascita dei figli e quindi… culle, passeggini, seggioloni, scaldabiberon… seguendone la crescita in ogni loro necessità, compreso l’occorrente per la scuola. Questo era e resta il ‘modello d’aiuto Teresa’! Così solitudine e disperazione erano da lei contrastate.

Collaborava con l’associazione Movimento per la vita e con il Centro di aiuto alla vita che in Casa Betania a Noha accoglie donne, madri con figli a carico e gestanti italiane e straniere in difficoltà.

Era in prima linea nell’accoglienza dei migranti, collaborava con il Centro di prima accoglienza di Otranto cui non faceva mancare biancheria, scarpe, abiti da offrire all’arrivo.

Era attiva nelle campagne di sensibilizzazione di varie associazioni a sostegno della ricerca e della cura delle malattie oncologiche e allora dalle azalee alle stelle di Natale, dalle uova di cioccolata ai frollini, tutto accoglieva e distribuiva con una rete che legava, scuole, associazioni, privati cittadini.

Amava tra le associazioni ecclesiali la sua Azione Cattolica, era orgogliosamente nel Gruppo parrocchiale degli Adulti, perché , lo ricordava sempre, in ACR (Azione Cattolica Ragazzi) era cresciuta e sempre l’aveva portata nel cuore.

Teresa era una educatrice nata ed educava con l’esempio e con l’azione catechetica. Si dedicava ai bambini e ai ragazzi con l’amorevolezza di una madre. Li seguiva nel percorso di iniziazione cristiana, con affetto e cura. Lo faceva con molta attenzione e ci teneva tanto alla loro presenza sia agli incontri che alla messa domenicale. E se qualcuno mancava rallentando così il cammino di preparazione al sacramento lo fermava, d’intesa con il parroco, sebbene a malincuore. Questo impegnava ragazzo e famiglia ad una maggiore attenzione e consapevolezza. Ha accompagnato il suo ultimo gruppo di ragazzi al Sacramento della Confermazione nell’ottobre 2020.

Teresa era una donna di preghiera e di canto. Con Donato faceva parte del coro parrocchiale e del coro diocesano, ma si avvicinava ad ogni coro in qualunque chiesa andasse. La sua ultima presenza alle messe di Natale 2020, poco prima del ricovero in ospedale.

Si teneva alla larga da dicerie e pettegolezzi, e si adoperava perché unione e ace fossero ritrovate.

Si dedicava a tutte le iniziative parrocchiali dando il suo aiuto laddove fosse necessario.

Donna di fede profonda ha dedicato tutto il suo tempo agli altri per amore e in assoluta gratuità, rifuggiva da ogni forma di tornaconto per quel che faceva, meno che mai economico. Il solo ritorno per lei era sapere che il suo bene faceva stare bene gli altri.

Quando si andava a farle visita, si era invitati ad entrare nella sua imperfezione, nel non perfettamente in ordine di chi opera per gli altri sempre e comunque. Per lei era importante essere sempre pronta a non far mancare ‘nulla’ a nessuno, dalla famiglia alle persone di sui si è presa cura. Infatti ti accoglieva nella sua casa con un gran sorriso e non ti lasciava mai andare via a mani vuote perché doveva darti qualche frutto del suo giardino, o l’uovo fresco fresco, dopo averti mostrato con gioia le foto dei figli e nipoti che ricoprivano le pareti, raccontandoti delle loro vite. E tu stavi lì ad ascoltare, a guardare le foto, a sentire tutto l’amore di una moglie, di una madre, di una nonna.

Poi è arrivato il giorno in cui con occhi lucidi hai detto: ‘Pregate per me!’. Era il giugno 2020. Non è stato necessario dire altro, non volevamo sapere altro. Ha affrontato la sua malattia pensando solo a se stessa, ma continuando a pensare agli altri. Non voleva mai vedere un volto triste, trovava il modo per farti sorridere, a volte ironizzando sulla propria malattia. E continuava a risolvere problemi con una serie di telefonate dal letto dell’ospedale o da casa quando la chemioterapia la abbatteva. Non ha mollato mai. Ogni richiesta di aiuto che le giungeva doveva essere soddisfatta per non lasciare nulla in sospeso. E non ha lasciato nulla in sospeso, solo una scia d’amore dietro di sé.

Abbiamo pregato con lei fino alla fine, fino all’ultimo respiro. Le sue ultime parole e i suoi ultimi pensieri sono stati ‘preghiera’.

Il 20 gennaio 2021 il Signore l’ha presa per mano e l’ha portata via con sé, lasciando in noi un grande vuoto e nello stesso tempo un grande esempio da seguire.

Con il Santopapa Giovanni XXIII possiamo dire: ‘Hai preso in mano la tua vita e ne hai fatto un capolavoro!’. Ecco, Teresa ha fatto così. Ha preso in mano il tempo della sua vita e ne ha fatto un capolavoro gradito a Dio e a quanti l’hanno conosciuta”.

Copia della deliberazione della Giunta comunale è stata inviata al Prefetto della Provincia di Lecce e, dopo la relativa approvazione ai sensi della normativa vigente, la Sala Convegni dell’ex Monastero delle Clarisse “Santa Chiara” sarà intitolata Sala Convegni “Teresa Martucci in Vallone”.

 

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