La reazione degli italiani alla guerra in Ucraina. I risultati di una ricerca di UniSalento

La reazione degli italiani alla guerra in Ucraina. I risultati di una ricerca di UniSalento

25 Marzo 2022 0 Di Redazione

Tristezza, rabbia, paura, angoscia, preoccupazione e incertezza, ma anche compassione per le vittime assieme alla speranza di approdare a una soluzione. Gesti di solidarietà concreta nel 68% dei casi, scarsa fiducia nel ruolo delle istituzioni politiche internazionali e nazionali.

Sono i primi risultati del monitoraggio in tempo reale della risposta della popolazione italiana alla guerra in Ucraina, avviato da un gruppo di ricerca composto da docenti dell’Università del Salento – Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo e dell’Università di Foggia, in collaborazione con l’EICAP – European institute of cultural analysis for policy. Il progetto, coordinato dalla professoressa Terri Mannarini, docente di Psicologia sociale all’Università del Salento, ha lo scopo di conoscere e registrare le variazioni nel tempo della risposta della popolazione italiana al conflitto in corso, di rendere i dati raccolti pubblici e fruibili anche per un pubblico non specializzato e di fornire elementi di conoscenza alle istituzioni e ai decisori pubblici per elaborare interventi orientati a sostenere una risposta resiliente della popolazione italiana alla crisi ucraina.

La rilevazione periodica su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta è volta a monitorare la reazione emotiva al conflitto, le strategie di fronteggiamento messe in atto, i comportamenti di solidarietà, la fiducia nelle istituzioni circa la loro capacità di risolvere il conflitto, le prospettive per il futuro, la percezione dei profughi Ucraini.

I risultati verranno resi noti attraverso una dashboard online, in grado di fornire in modo chiaro e sintetico informazioni aggiornate e grafici sugli andamenti.

Sono già online su https://dash-developer.shinyapps.io/temp-app/ i risultati della prima rilevazione, condotta su un campione nazionale rappresentativo di 1010 soggetti adulti. La successiva rilevazione sarà effettuata nel corso della prossima settimana.

I risultati della prima rilevazione
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha attivato un ampio spettro di emozioni negative, in particolare tristezza, rabbia, paura, angoscia, preoccupazione e incertezza. Allo stesso tempo ha fatto emergere un sentimento di compassione per le vittime, non disgiunto, a distanza di circa tre settimane dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, da una speranza ancora discretamente viva di approdare a una soluzione.
La modalità più diffusa di risposta a quanto sta accadendo è quella di monitorare costantemente la situazione attraverso le news, di tenersi informati, di confrontarsi sull’argomento (il 72% dichiara di farlo spesso o molto spesso). Nello stesso range di frequenza, il 39% opta per forme di distrazione, il 29% per attività che aiutino a mitigare gli stati d’animo negativi indotti dalla guerra e il 26% si attiva per fornire un aiuto concreto. Si tratta di quattro diverse strategie messe in campo dalle persone per fare fronte, dal punto di vista psicologico, a un evento di profonda risonanza emotiva.
Sul totale dei rispondenti, il 68% ha messo in atto almeno un comportamento di solidarietà nelle ultime due settimane, principalmente raccogliendo materiali per i profughi, facendo donazioni alle associazioni umanitarie, sottoscrivendo petizioni a favore della pace.
La fiducia nella capacità delle istituzioni politiche internazionali e nazionali di poter contribuire alla risoluzione del conflitto è consistente solo per una minoranza dei rispondenti: una quota compresa tra il 40% e il 50% ha invece poca o nessuna fiducia nel ruolo che l’Unione Europea, l’Onu, la Nato, il Papa e il governo italiano possono giocare in questa partita.
La visione del futuro è pessimistica: se in riferimento a se stessi e alla propria vita la quota di coloro che prevedono un peggioramento è pari al 47%, sono ancora più numerosi coloro che prevedono un peggioramento in riferimento alla condizione dell’Europa (60%), dell’Italia (66%) e delle prossime generazioni (69%).
L’arrivo di profughi e rifugiati ucraini in Italia viene percepito come un problema, di piccola o grande entità, su diversi piani, da una quota non piccola di rispondenti: sul piano economico dal 75%, sul piano politico dal 54%, sul piano dell’ordine pubblico e della sicurezza dal 53%, e sul piano culturale dal 40%.
“L’indagine riveste un’importanza nodale tanto per la ricerca scientifica di area umanistico-sociale, quanto per la politica che deve conoscere i comportamenti, le percezioni, le preoccupazioni della popolazione, soprattutto dinanzi a modificazioni radicali degli scenari di riferimento – commenta il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice – Queste analisi sono per esempio fondamentali in ambito geografico. L’insieme di rappresentazioni del mondo che vengono offerte e veicolate dai mezzi di comunicazione di massa e dalla cultura popolare costituiscono la geopolitica popolare e hanno acquisito una crescente rilevanza nell’analisi geopolitica. Occorre infatti considerare che le nazioni sono costrutti storico-culturali che si alimentano attraverso l’immaginazione geopolitica dei popoli. Studiare come si forma ed evolve questa immaginazione può aiutarci a comprendere la genesi dei conflitti e, in prospettiva, a prevenirli”.

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