Progetto Benefit: la tecnologia digitale migliora i servizi dell’assistenza sanitaria

Progetto Benefit: la tecnologia digitale migliora i servizi dell’assistenza sanitaria

3 Aprile 2021 0 Di Redazione

La tecnologia digitale migliora i servizi dell’assistenza sanitaria, si fa carico di percorsi terapeutici complessi, affianca la medicina tradizionale. È il caso del progetto “Benefit” (“Benessere nutrizionale e fisico con tecnologie indossabili”), cofinanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Bando Innonetwork – aiuti alle attività di Ricerca e Sviluppo, e giunto alla fase di sperimentazione sul campo con la condivisione e la collaborazione di ASL Lecce.

Responsabili della ricerca: un team multidisciplinare di aziende locali, nazionali ed enti pubblici. L’obiettivo è quello di sviluppare una piattaforma tecnologica connessa ad una soluzione mobile (smartphone) che faccia da supporto alle valutazioni di un medico foniatra sui casi di disfagia.

Un cerotto realizzato con materiale piezoelettrico applicato nella zona del collo di un paziente disfagico – interfacciato via bluetooth con un App mobile – raccoglie dati relativi alla deglutizione, sia nel corso di una visita, che a lungo termine e a distanza. Come spiega il dr. Vincenzo Sallustio, referente dell’Unità di Foniatria della “Cittadella della Salute” di Lecce: “Accedendo alla piattaforma web, il medico, oltre a consultare dati e statistiche inerenti le misurazioni effettuate e disporre dunque di un data base storico, può eseguire attività di analisi predittive e/o cliniche sui dati dei singoli pazienti”.

E infatti ASL Lecce – con l’approvazione del protocollo della ricerca e l’autorizzazione della sperimentazione da parte del Comitato etico aziendale – vuole essere in prima linea in questo test con la sua Unità di Foniatria, da sempre all’avanguardia nella cura di un disturbo, la disfagia, che può essere causato da patologie diverse, spesso neurologiche o neurodegenerative (SLA, post ictus, sclerosi multipla, Parkinson, demenza), e che può condurre a marcata invalidità e abbassamento dei livelli minimi di qualità nella nutrizione.

“E invece uno dei vantaggi della soluzione Benefit è che una volta compresa la tecnica di applicazione può essere gestito facilmente dai familiari o assistenti dei pazienti nella propria abitazione, è uno strumento assolutamente non invasivo che può rivelarsi di straordinaria utilità per i medici”, aggiunge Sallustio, che con la sua équipe segue in provincia di Lecce circa 300 pazienti affetti da questo disturbo.

A giorni, l’inizio della sperimentazione presso l’Unità di Foniatria, su un campione di 12 soggetti che non presentano sintomi disfagici; in una seconda fase sarà avviata la sperimentazione ad altrettanti soggetti colpiti invece dal disturbo, ai diversi livelli della scala di gravità: potranno dedicare al test poco meno di un quarto d’ora, a diversi intervalli, anche quando rientreranno nelle proprie abitazioni. “Si pensi a quanto sarebbe  importante misurare eventuali miglioramenti nella deglutizione in pazienti sottoposti a terapie riabilitative”, conclude Sallustio.

Autentica novità dunque, sul piano della ricerca tecnologica applicata alla salute.

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