Quattro parole, mille esperienze: un cortometraggio racconta gli “Sguardi digitali”

Quattro parole, mille esperienze: un cortometraggio racconta gli “Sguardi digitali”

28 Maggio 2025 Off Di Redazione

“Quattro parole, mille esperienze. Adolescenti tra dubbi e speranze” è il titolo del cortometraggio realizzato dalla classe 4A Turismo dell’Istituto Tecnico Economico “Adriano Olivetti” di Lecce, nell’ambito del progetto “Sguardi digitali – Imparare ad utilizzare il linguaggio audiovisivo in modo consapevole”, finanziato dal Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – CinescuolaLab1.

Il percorso laboratoriale, attivo da novembre a maggio, è stato progettato da Roberta Marazia (ideazione e supervisione scientifica) e Roberta Poiani (coordinamento organizzativo e artistico), in collaborazione con CoolClub, Fluid e IentuFilm, e ha coinvolto attivamente studenti e docenti in un’esperienza immersiva tra linguaggio cinematografico, scrittura, riprese e post-produzione.

L’obiettivo: sviluppare una maggiore consapevolezza sull’uso dei media e dei linguaggi audiovisivi, sia come strumento espressivo e formativo, sia come possibile sbocco professionale. Le attività si sono svolte in orario curricolare e hanno coinvolto l’intera classe, in un’ottica inclusiva che ha voluto valorizzare il gruppo nel suo insieme. Come sottolinea la dirigente scolastica Patrizia Colella: “Non si può sempre rivolgere l’attenzione ai più bravi e motivati, ma occorre provare a coinvolgere anche chi fa più fatica”.

Durante il percorso, ragazze e ragazzi hanno lavorato fianco a fianco con il regista Davide Barletti e con una squadra di professionisti del settore. Con il supporto del direttore della fotografia Davide Micocci e della montatrice Melania Verardo, hanno imparato a progettare un set, gestire la luce, curare l’inquadratura e comprendere le logiche narrative dell’intervista. Il cortometraggio, articolato in quattro episodi (dedicati alle parole paura, libertà, futuro e dipendenza), nasce da un lavoro di esplorazione e ascolto all’interno della comunità scolastica: un racconto corale, fatto di testimonianze autentiche, volto a restituire le emozioni, i dubbi e le speranze degli adolescenti di oggi.

A completare l’esperienza, la partecipazione a eventi formativi e culturali, tra cui la proiezione del film “Il tempo dei giganti” dello stesso Davide Barletti, un modulo sulla comunicazione sociale con il giornalista Pierpaolo Lala, un workshop per docenti sull’uso dell’audiovisivo nella didattica condotto da Maria Angela Bleve, e un viaggio a Roma per esplorare luoghi simbolo della cultura audiovisiva (Cinecittà, Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema e Palazzo Barberini).

Il cortometraggio è stato presentato ufficialmente giovedì 22 maggio a scuola, in occasione della Giornata dell’arte e della creatività studentesca, raccogliendo entusiasmo e apprezzamento da parte di studenti, docenti e comunità scolastica. Nei prossimi mesi sarà avviata la promozione del film, con la candidatura e la partecipazione a festival e rassegne, e la distribuzione online su YouTube e sui canali social dell’istituto. Un progetto complesso e partecipato, che ha saputo unire educazione civica e alfabetizzazione digitale, espressione creativa e lavoro di squadra, avvicinando i ragazzi non solo al cinema, ma anche a una forma più matura e consapevole di comunicazione.

“Sguardi digitali ha rappresentato molto più di un semplice laboratorio scolastico: è stato un percorso educativo ed emotivo che ha permesso ai partecipanti di esplorare sé stessi e la realtà che li circonda attraverso un linguaggio, quello audiovisivo, che è parte integrante della loro quotidianità. Il valore aggiunto è stato proprio quello di coniugare competenze tecniche, riflessione critica e creatività, offrendo ai ragazzi l’opportunità di sentirsi protagonisti, di raccontarsi e di raccontare – prosegue la dirigente Patrizia Colella -. Crediamo fortemente che la scuola debba essere un luogo in cui si educa non solo alla conoscenza, ma anche all’ascolto, all’empatia, alla capacità di dare forma alle emozioni. Il cortometraggio è il frutto di un’esperienza autentica di crescita individuale e collettiva, e siamo orgogliosi del lavoro svolto da studentesse, studenti e docenti coinvolti”.

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