Un flash mob come ideale abbraccio generazionale per dire no alla violenza sulle donne
25 Novembre 2025Un ideale abbraccio generazionale per dire no alla violenza sulle donne. Il Coordinamento Donne dello Spi Lecce (il sindacato dei pensionati della Cgil) – in collaborazione con Cgil Lecce e Udu-Unione degli Universitari – organizza un flash mob per le vie del centro di Lecce.
Appuntamento questa mattina, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alle ore 9 a Porta Napoli. Percorrendo via Palmieri e via Vittorio Emanuele II, il corteo arriverà in piazza Sant’Oronzo, animando la città con i colori delle bandiere, i messaggi di striscioni e cartelli e con la musica.
“Nel 2025 in provincia di Lecce si sono verificati 3 femminicidi: il 18 giugno il Salento fu sconvolto dal matricidio di Racale, in cui perse la vita Teresa Sommario, 52 anni. Nessuno però ricorda le morti di Maria Teresa Parata, 83enne di Otranto, e di Amalia Quarta, 84 anni di Lecce: uccise dai loro mariti con un colpo di pistola – dice Fernanda Cosi, segretaria generale dello Spi Cgil Lecce -. Queste tre tragedie sono solo la punta dell’iceberg, la stragrande maggioranza delle donne nel corso della loro vita sperimenta almeno una forma di violenza (ad esempio psicologica, sessuale, fisica o economica). Fenomeni che si consumano a volte per strada, ma molto più spesso nei luoghi in cui noi donne dovremmo sentirci più sicure: a casa, per mano di chi dovrebbe curarsi di loro, ma anche al lavoro, a scuola, in università. E quanto più le donne si emancipano, tanto più rischiano le ritorsioni di una cultura patriarcale che pervade la società. Proprio contro questa cultura, donne e uomini della Cgil, insieme alle ragazze ed ai ragazzi dell’Udu, hanno deciso di manifestare: nonostante alcuni passi in avanti, come la proposta di legge sul consenso libero e attuale per scongiurare la violenza sessuale, permangono sacche di cultura patriarcale molto forti, per esempio nella limitazione della eduzione sessuoaffettiva nelle scuole, nell’uso del linguaggio o addirittura nelle dichiarazioni di alcune donne delle istituzioni secondo le quali i femminicidi non sono altro che omicidi, negando un’evidenza storica: sono molte di più le donne vittime degli uomini, rispetto agli uomini vittime delle donne”.



