Vigilanza negli ospedali salentini, i sindacati denunciano: “Turni da 12 ore al giorno”

Vigilanza negli ospedali salentini, i sindacati denunciano: “Turni da 12 ore al giorno”

23 Luglio 2025 Off Di Redazione

Le condizioni di lavoro degli addetti alla vigilanza armata negli ospedali della provincia di Lecce sono arrivate a un punto di intollerabile criticità. A denunciarlo sono Filcams Cgil e Uiltucs Uil, che il 21 luglio hanno inviato una segnalazione urgente allo Spesal e all’Ispettorato territoriale del lavoro, chiedendo un intervento immediato e risolutivo. Da mesi è in corso un confronto costante con la Asl di Lecce, che ha mostrato disponibilità e attenzione al problema. Tuttavia, nonostante gli sforzi della committenza per migliorare le condizioni lavorative, l’azienda affidataria del servizio non è stata in grado di garantire ai dipendenti un ambiente di lavoro adeguato.

“Parliamo di turni di 12 ore, settimane da oltre 53 ore lavorative e frequente mancato rispetto del riposo minimo tra un turno e l’altro – denunciano Monica Accogli, segretaria provinciale della Filcams, e Giacomo Bevilacqua, coordinatore territoriale Uiltucs -. Tutto questo in piena estate, con temperature elevate e un carico di stress che mette a rischio la salute fisica e mentale dei lavoratori. La situazione è aggravata dalla carenza di organico, che costringe il personale in servizio a coprire turni e postazioni ben oltre i limiti tollerabili. Il confronto con il passato è impietoso: da decenni questo servizio viene svolto negli ospedali della provincia, ma mai – con altri istituti di vigilanza – si erano raggiunti livelli di disorganizzazione e insostenibilità come quelli attuali. Gli operatori lavorano armati, in ambienti sanitari spesso ad alta tensione, a contatto con l’utenza e in condizioni logoranti. La stanchezza cronica mina non solo la loro sicurezza, ma anche quella di medici, infermieri e cittadini” – proseguono Accogli e Bevilacqua.

Le organizzazioni sindacali richiamano anche le raccomandazioni di Oms Inail e Ministero della Salute, che evidenziano come le ondate di calore, combinate con turni prolungati e stress lavorativo, rappresentino un grave pericolo anche in ambienti chiusi e presidiati. Per questi motivi, Filcams e Uultucs chiedono agli organi ispettivi: un sopralluogo ispettivo urgente nei luoghi di lavoro interessati; la verifica puntuale del rispetto dei limiti orari e dei riposi minimi, nonché una valutazione accurata del rischio da stress termico; l’accertamento dell’adozione di misure preventive efficaci, come la sorveglianza sanitaria, il rispetto dei tempi di recupero, la presenza di presidi ambientali adeguati e un’organizzazione del lavoro realmente sostenibile.

A fronte dell’inerzia dell’azienda, i sindacati annunciano l’attivazione, nei prossimi giorni, della procedura di raffreddamento. Qualora non vi siano risposte concrete e tempestive, le sigle non escludono il ricorso allo sciopero. “Siamo pronti a ogni iniziativa utile a tutelare la salute dei lavoratori e la sicurezza del servizio – concludono Accogli e Bevilacqua -. In gioco c’è la salute e la dignità di lavoratrici e lavoratori che garantiscono da anni la sicurezza nei nostri ospedali. Non è più tempo di tollerare il silenzio o l’indifferenza”.

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