“Al diavolo le sinapsi”, il nuovo Ep e mediometraggio del salentino Frank Bramato

“Al diavolo le sinapsi”, il nuovo Ep e mediometraggio del salentino Frank Bramato

12 Ottobre 2023 0 Di Redazione

“Al diavolo le sinapsi” è il nuovo progetto artistico di Frank Bramato, che racchiude un Ep e un mediometraggio con lo stesso titolo, prodotti dall’indipendente Le Chariot Records, neonata etichetta “dove l’arte può fluire libera in tutte le sue forme di espressione, purché non seguano il senso comune”.

L’Ep è disponibile da venerdì 13 ottobre su tutte le piattaforme musicali, mentre il mediometraggio arriverà sugli schermi di diversi festival, e sarà presentato in anteprima a Bologna, Milano e Istanbul nei prossimi mesi.

Il musicista salentino, artista a tutto tondo e assolutamente fuori dagli schemi, sempre sorprendente nelle sue produzioni che spesso indagano il pensiero filosofico e vanno a fondo nella psiche umana, scavando sotto la superficie delle cose, adotta lo stesso titolo per due lavori che si compenetrano in maniera profonda: le musiche fanno da colonna sonora alle immagini oniriche di una demone che, per qualche ignoto motivo, viene sbattuta fuori dall’inferno, subendo la più dura delle condanne, ossia l’esilio sulla Terra.

Tra art rock e musica classica, punk e sentori seventies, canto sperimentale, prog e avanguardia, in ogni traccia dell’Ep c’è sempre un’evidente denuncia ad una società che più passa il tempo più non viene tollerata, anche a causa dell’attuale stato dell’arte, ormai in coma irreversibile. Con questo lavoro, Bramato in parte si discosta dal precedente album, “Non essere”. “Questo stacco per me rappresenta due cose fondamentali”, spiega l’autore, “da un lato l’incapacità di rimanere ancorato a una struttura fissa, dall’altro la continua voglia di ricerca. Una sola cosa (forse) rimane costante: in ogni opera c’è sempre una sorta di denuncia ad una società che più passa il tempo più non sopporto, anche a causa dell’attuale stato in cui versa l’arte più pura, più libera, quella che si mostra senza compromessi. Quel tipo di arte è ormai in coma irreversibile”.

Le cinque canzoni sono registrate attraverso l’ausilio di synth anni ‘70/’80, con pianoforte, batterie acustiche ed elettroniche, e con le chitarre suonate da Luca Nutricati: “VV (Vicino Venere)”, è uno psichedelico viaggio interstellare, tra chitarre distorte, ipnotici riff e pizzicate minimaliste; “Caravanserraglio”, disegna l’eterea narrazione di inquietudini e atmosfere sospese, in trepidante attesa che sopraggiunga un evento a sconvolgere il precario equilibrio in cui ci si trova; “Nen dream” risuona come il dolce risveglio da un sogno senza inizio né fine, dove arte e coscienza fanno l’amore; “È così semplice” è la raffigurazione di una cadenzata e ossessiva ricerca dell’essenzialità delle cose, che trova compiutezza nel suo geometrico riff circolare; “Your life is empty” è infine l’elettronica disillusione nei confronti di un mondo che ha perso di vista l’importanza della sostanza, nel sacro nome dell’estetica e della forma.

Le tracce fanno dunque da colonna sonora ai quattro capitoli dell’opera filmica (“Non ricordo perché sono qui”, “L’arte e il sogno”, “Non ho voglia di tentarvi”, “La vostra vita è vuota”). La protagonista del mediometraggio vaga per il mondo, cosciente della sua condizione “diabolica”, ma ormai totalmente simile al resto degli abitanti del pianeta. Attraversa paesi e città, campagne e mari, spazi abbandonati e altri popolati, accendendo fuochi notturni durante magici rituali, accostandosi anche a luoghi sacri, cercando ristoro tra immacolate coperte e immergendosi in un mondo d’acqua. Alla fine si ritrova faccia a faccia con se stessa, davanti a uno specchio, cercando quei colori che nella grigia quotidianità non è riuscita a scovare.

L’opera prova a indagare l’essenza stessa del mondo e dei suoi abitanti (“questa gente eternamente soggetta a una spietata forma di egoismo che impone di non accontentarsi dell’abbondanza naturalmente offerta da questo pianeta e contro ogni logica spinge a desiderare un superfluo che non basta mai”, “non esiste forma più vicina alla coscienza di quella dell’arte”) e restituisce un’esperienza quasi esistenzialista, in fitti e densi monologhi che si alternano nell’intensa soundtrack.

“La punizione più grande per uno nella mia posizione è quella di essere confinato in un luogo dove qualunque essere o entità potrà perdere la rotta d’identità”, spiega, cercando quindi di usare la ragione e il pensiero per comprendere la natura degli abitanti della Terra. Ma per quanto possa sforzarsi, tutto gli appare senza senso.

BIOGRAFIA

Francesco “Frank” Bramato è musicista/artista attivo fin dal 2001 con il gruppo BlekAut con il quale, dopo le prime esperienze in provincia di Lecce, riesce nel giro di un anno a convincere un pubblico più ampio attraverso degli inediti che fanno parte del primo disco “inventando con le mani”. Il genere varia dal folk al rocksteady. La band vince diversi premi aggiudicandosi la possibilità di aprire concerti importanti, tra i quali Caparezza, Meganoidi, Roy Paci, 99 Posse, Afterhours, Ska-P, Banda Bassotti e tanti altri. Rimane in attività con la band fino al 2010, che lascia per dedicarsi allo studio della voce e del canto sperimentale seguendo l’eredità lasciata da Demetrio Stratos. Collabora con molti musicisti del panorama progressive e sperimentale italiano, il che lo porta alla registrazione del brano “Piccola operetta barocca in tre atti”. Pallino fisso dell’artista è quello di unire la voce alla scrittura e quindi all’interpretazione. Studia sceneggiatura e drammaturgia a Roma. Dopo l’esperienza romana scrive uno spettacolo di teatro-musica, “L’uomo di Bogotà”, ispirato ad un racconto breve di Amy Hempel, e un monologo per arpa e voce, “Ennesime metamorfosi”. “Non essere” è il primo lavoro da solista, 8 tracce che rimarcano la tendenza dell’artista ad uscire fuori dai canoni classici, alla moda o convenzionali. “Hidalgo. L’immaginifica storia di un cavaliere d’altri tempi” è il suo ultimo spettacolo di teatro canzone, da lui scritto musicato e interpretato: un’immersione nel caos dell’attualità per provare a coglierne il senso.

 

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