Campagne salentine come discariche, servono fondi e uomini

Campagne salentine come discariche, servono fondi e uomini

7 Luglio 2021 0 Di Redazione

“La cartolina del Salento, con il suo mare da incanto e il verde degli ulivi, è sempre più ingiallita. E non solo a causa della xylella. Le strade di campagna sono sempre più invase da rifiuti di ogni tipo, che oltraggiano una bellezza già deturpata dal flagello degli ulivi e divorata dai roghi.

Un’immagine che fa male al cuore, testimonianza di un abbandono e di un degrado progressivi e voraci, che stanno distruggendo il patrimonio del Salento: le sue campagne, il suo fascino aspro e unico, fatto di azzurro e di verde, di mare e di piante secolari dai tronchi scolpiti come opere d’arte. Ora, solo desolazione. Un paesaggio brullo e dolente, una terra ferita a morte e violata dalla mano di incivili e delinquenti impuniti che abbandonano immondizia e rifiuti anche pericolosi, riducendo un ex paradiso in una discarica a cielo aperto.

Troppo fiacca l’azione di contrasto messa in campo finora da chi dovrebbe vigilare ma non ha i soldi per farlo: i Comuni con le casse esangui e le Province al collasso grazie alla legge Delrio che le ha svuotate di risorse ma non di responsabilità. Ma la guerra all’abbandono selvaggio dei rifiuti con si può fare con le armi di cartone, servono fondi specifici e uomini che pattuglino le campagne, diventate terra di nessuno. Ecco perché spetta a Regione e Governo farsi carico di una battaglia che non è solo di civiltà ma di sopravvivenza, stanziando più fondi per la polizia rurale e per le foto trappole che incastrino i responsabili. C’è bisogno di tutte le energie possibili per difendere e tutelare l’ambiente che dà ossigeno alla nostra vita e alla nostra economia.

E non è solo questione di repressione ma anche di prevenzione. Educare al bello, alla civiltà, al rispetto della natura è un compito che va assolto con una campagna di sensibilizzazione e comunicazione mediatica martellante, pressante, che metta all’indice chi sporca, chi distrugge, chi inquina”.

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