Coldiretti Puglia: Xylella, finanziato solo il 6% delle domande di espianto presentate

Coldiretti Puglia: Xylella, finanziato solo il 6% delle domande di espianto presentate

1 Marzo 2021 0 Di Redazione

Risulta ammesso a finanziamento solo il 6% delle domande di espianto e reimpianto presentate dai singoli agricoltori che hanno atteso 7 anni per ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella fastidiosa. E’ il commento di Coldiretti Puglia, in seguito all’analisi delle graduatorie del bando a valere sull’articolo 6 del piano per la rigenerazione olivicola da 300 milioni di euro.

“Delle 8133 domande pervenute all’Assessorato regionale all’Agricoltura ne sono state finanziate solo 521 e sono passati solo 23 progetti collettivi, a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro. E’ necessario avviare un confronto con i Ministeri dell’Agricoltura, dello Sviluppo Economico e per il Sud, affinché vengano destinati ulteriori fondi vitali per gli espianti, i reimpianti, la diversificazione, oltre che per la prevenzione, rimodulando al contempo il Piano per la rigenerazione olivicola”, afferma Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.

Risultano escluse aziende agricole a cui non è stato concesso il punteggio di merito – aggiunge Coldiretti Puglia – perché non è stata riconosciuta la qualifica di IAP e CD, per il mancato controllo istruttorio del dato negli elenchi dell’INPS.

“La dotazione finanziaria di 40 milioni di euro per gli espianti e i reimpianti è risultata assolutamente insufficiente, considerato che la Xylella ha colpito ormai il 40% del territorio regionale. Per questo sosterremo l’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia in ogni sede anche comunitaria – insiste il presidente Cantele – perché è urgente riattivare il pressing sugli organi competenti UE per stanziare risorse congrue alla prevenzione e per espianti e reimpianti, anche di altre specie resistenti alla Xylella per la ricostruzione del patrimonio produttivo e paesaggistico”.

Serve anche la rimodulazione del Piano per la rigenerazione olivicola da 300 milioni di euro – insiste Coldiretti Puglia – valutando quali strumenti non abbiano assorbito tutte le risorse a disposizione e per quali ragioni. Anche la misura ‘Salva Frantoi’ va riattivata perché i 35 milioni di euro non sono stati completamente utilizzati a causa dei requisiti di accesso e vanno rimessi a disposizione delle strutture dismesse, vendute all’estero, con oltre 100 frantoi che non riapriranno più i battenti a causa della grave crisi causata dalla Xylella nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto negli ultimi 6 anni.

Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 7 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – dice Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.

Incontrovertibile lo scenario della filiera olivicola a Lecce – denuncia Coldiretti Puglia – dove nella campagna olearia 2020 si è registrato il crollo dell’85% di olio rispetto alle medie storiche, perché la produzione di olive Cellina e Ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di Leccino e qualche impianto di ‘Favolosa’ messo a dimora vent’anni fa.

Continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura – afferma Coldiretti Puglia – è la dimostrazione della miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività, per cui serve un impegno corale di tutti che vada oltre la Puglia, perché la Xylella è un problema nazionale ed europeo.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia – con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

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