Crisi edilizia. “La Regione Puglia ascolti l’allarme dei costruttori salentini”

Crisi edilizia. “La Regione Puglia ascolti l’allarme dei costruttori salentini”

21 Marzo 2022 0 Di Redazione

“Se si ferma l’edilizia, che rappresenta più di un quinto (il 22%) del pil nazionale, si ferma l’economia e si ferma il Paese. Il rischio è grande: l’hanno gridato oggi i costruttori salentini, nell’assemblea Ance a cui ho partecipato per ascoltare la loro voce e rilanciare il loro allarme e le loro richieste alle istituzioni” – dichiara il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS.

“Servono misure immediate per uscire da una crisi che è cominciata con l’emergenza Covid, si è acuita con i rincari dell’energia e dei materiali e che rischia di arrestare il settore con le conseguenze economiche del conflitto in corso. Molte imprese edili non ce la fanno più ad andare avanti, sono costrette a bloccare i cantieri e a licenziare gli operai. Bitume, acciaio e alluminio, quando si riescono a reperire, hanno costi insostenibili, e senza di esse non si può lavorare. In più, lo stop ripetuto dei trasporti rallenta e paralizza le consegne – spiega Pagliaro – il Governo non può continuare ad ignorare quest’emergenza, ha il dovere di intervenire a tutela del settore edile. Hanno ragione i costruttori salentini, che chiedono di rivedere gli appalti nel cronoprogramma e nei costi. Nessuna impresa, grande, media o piccola che sia, è al riparo da questo tsunami, e non bastano misure tampone come il Decreto Sostegni Bis e il Decreto Energia. I ristori alle imprese erogati nel semestre scorso hanno coperto a malapena un quarto dei rincari sostenuti. Per non parlare dei tempi lumaca di erogazione, incompatibili con la necessità di tenere in piedi le imprese. Condivido la richiesta dell’Ance: il Governo introduca un meccanismo stabile da inserire nel codice degli appalti, in modo da compensare i costi quando lievitano, come adesso, e da ridurli in caso di calo dei prezzi. Anche la Regione deve fare la sua parte: aggiorni il prezzario fermo addirittura al 2019, all’epoca ante pandemia. Se i prezzi resteranno fermi, molte gare andranno deserte e i progetti del Pnrr resteranno sulla carta, sprecando questa opportunità straordinaria e irripetibile per dare benzina alla ripresa”.

 

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