Da venerdì 17 a domenica 19 dicembre apre al pubblico “Il Cammino Celeste – Winter”

Da venerdì 17 a domenica 19 dicembre apre al pubblico “Il Cammino Celeste – Winter”

14 Dicembre 2021 0 Di Redazione

Da venerdì 17 a domenica 19 dicembre il Salone degli Specchi del Palazzo Baronale di Caprarica di Lecce apre per la prima volta al pubblico con “Il Cammino Celeste – Winter”. Il Festival musicale e culturale nasce nel 2016 da un’idea della flautista Giorgia Santoro, che cura la direzione artistica, e di Luigi Del Prete con l’intento di valorizzare le vie percorse dai pellegrini in viaggio verso Gerusalemme nella Puglia meridionale, con particolare attenzione al percorso che dal porto di Brindisi conduce fino a Santa Maria di Leuca.

I pellegrini percorrevano il prolungamento della Via Traiana che nel suo tratto sino ad Otranto assunse il nome di “Traiana Calabra”. Strada romana che si ricongiungeva alla “Sallentina”, altra antichissima strada greco-messapica prima e romana poi, che congiungeva Taranto a Otranto passando per Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca. Il programma di questa edizione speciale – promossa dal Comune di Caprarica, con la produzione di Zero Nove Nove, con il patrocinio dell’Associazione europea delle vie Francigene, dell’Associazione Le Comunità ospitanti degli itinerari Francigeni della Puglia meridionale e dell’associazione Dimore storiche italiane, prenderà il via venerdì 17 con “Il Barocco rivelato” con Francesco D’Orazio (violino) e Michele Visaggi (clavicembalo), proseguirà sabato 18 con “Verde Barocco” di Francesca Benetti (tiorba e voce) e si concluderà domenica 19 con “Canti di gioia, di preghiera e d’amore” del trio La Cantiga de la Serena formato da Fabrizio Piepoli (voce, chitarra battente, saz, daff), Giorgia Santoro (flauti, arpa celtica, setar) e Adolfo La Volpe (oud, chitarra classica, tar).

Venerdì 17 dicembre – Il Barocco rivelato

Francesco D’Orazio (violino) e Michele Visaggi (clavicembalo) indagano l’influenza popolare nella musica colta del primo Settecento. In scaletta composizioni di Antonio Vivaldi, Giovanni Lorenzo Somis, Carl Philipp Emanuel Bach, George Friedrich Händel, Arcangelo Corelli. Nato a Bari, Francesco D’Orazio si è laureato in Lettere e diplomato in violino e viola. Il suo vasto repertorio spazia dalla musica antica eseguita con strumenti originali alla musica classica, romantica e contemporanea. Numerosi compositori hanno scritto per lui: Ivan Fedele, Terry Riley, Michele dall’Ongaro, Michael Nyman, Fabio Vacchi, Luis De Pablo, Alessandro Solbiati. Ha tenuto concerti in tutta Europa, Nord e Sud America, Messico, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Giappone esibendosi al Festival di Salisburgo, alla Royal Albert Hall, alla Philarmonie di Berlino, al Teatro alla Scala e al Festival di Tanglewood. Ha inciso per Decca, Hyperion, Stradivarius, Amadeus e suonato con la London Symphony, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala, la BBC Symphony Orchestra, i Berliner Symphoniker, la Shangai Philarmonic, la RAI di Torino, la Filarmonica di Nagoya, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia diretto, tra gli altri, da Lorin Maazel, Hubert Soudant, Sakari Oramo, Ingo Metzmacher, Pascal Rophé, Luciano Berio. Nel 2010 è stato insignito del Premio Abbiati, quale “Miglior Solista” dell’anno. Michele Visaggi, dopo la formazione pianistica, conclude i suoi studi clavicembalistici col massimo dei voti e la lode presso i Conservatori di Bari, Como e Matera. Prosegue i suoi studi sulla prassi esecutiva su antichi strumenti a tastiera con rappresentanti autorevoli del concertismo internazionale, quali Emilia Fadini, Andrea Coen, Danilo Costantini. Autore di studi e pubblicazioni inerenti la teoria e la prassi del basso continuo nei secoli XVII e XVIII, è ricercato accompagnatore dei recitativi nel teatro d’opera, come testimoniato da numerose registrazioni discografiche e produzioni operistiche del Teatro Petruzzelli di Bari per la regia di Michele Mirabella e Pier Luigi Pizzi, dei quali è stato raffinato collaboratore. Svolge concerti in Italia, Israele, America, Tunisia, Turchia, Polonia, Germania, Bolivia. Docente di Teoria e Prassi del Basso, continuo presso il Conservatorio ”N. Piccinni” di Bari, è stato già docente della stessa disciplina presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce e presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, ove ricopre anche la cattedra di “Musica da camera per voci e strumenti antichi”.

Sabato 18 dicembre – Verde Barocco
Il progetto solistico della tiorbista e cantante Francesca Benetti valorizza le metafore poetiche legate alla natura nel repertorio del primo seicento italiano. Nata a Trento, dove inizia la sua formazione musicale in giovane età, si diploma in chitarra classica con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia sotto la guida del M° Florindo Baldissera. Prosegue gli studi chitarristici alla Hochschule der Kuenste (Università delle Arti) a Berna nella classe del M° Elena Casoli, diplomandosi nel 2012. Parallelamente approfondisce lo studio della prassi antica e del repertorio barocco a Basilea con il liutista Peter Croton presso la Schola Cantorum Basiliensis, specializzandosi così nella prassi antica fino al periodo romantico e nello studio del basso continuo. La sua attività concertistica come solista e in formazione da camera con gli strumenti a pizzico antichi vanta collaborazioni in Svizzera e Italia con rinomati direttori ed orchestre barocche di fama internazionale. In Italia si esibisce al Festival Monteverdi di Cremona, Festival Anima Mea e Festival di musica antica Barion (Bari), Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Villa i Tatti (Firenze) – Centro di ricerca sul rinascimento italiano dell’Università di Harvard, Palazzo Schifanoia (Ferrara), Fondazione Tagliavini (Bologna), Castello del Buonconsiglio (Trento) e molti altri. Abbina l’attività di strumentista a quella di cantante barocca. È direttrice artistica dell’ensemble Concerto di Margherita, specializzato nella singolare prassi storica del canto accompagnato nel repertorio madrigalistico italiano del primo ’600 e con il quale si esibisce nei maggiori Festival di musica antica in Europa, tra cui il Festival d’Ambronay (FR), Freunde Alte Musik Basel (CH), Trigonale Festival (A), York Early Music Festival (UK), Musica Antica da Camera (NE), Internationale Händel-Festspiele Göttingen (D). Svolge da anni un’intensa attività d’insegnamento della chitarra classica in Italia e Svizzera. Vive tra la Puglia e il Trentino Alto-Adige. Con Verde Barocco si esibisce in ambienti in cui natura e pubblico sono in contatto, come serre, parchi, chiostri e altri.

Domenica 19 dicembre – Canti di gioia, di preghiera e d’amore
La Cantiga de la Serena è un ensemble di musicisti e ricercatori pugliesi che da anni si dedica al recupero e alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, promuovendo il dialogo culturale tra Occidente e Oriente. Dopo “La serena” (Workin’ Label – 2016) e “La Fortuna” (Dodicilune – 2019), nel 2021 è uscito “La Mar” (Dodicilune), una raccolta di dieci canti appartenenti a diverse tradizioni musicali che hanno come motivo conduttore il mare, “la mar” in ladino. Il cd è entrato nella Top 100 della “World Music Charts Europe”, storica e prestigiosa classifica stilata da EBU, circuito delle radio e televisioni pubbliche europee. Insieme ai precedenti, questo terzo lavoro discografico forma una trilogia del mare e delinea un viaggio immaginario lungo il quale antiche cantighe sefardite (espressione della cultura degli ebrei spagnoli) si intrecciano a canti tradizionali pugliesi (canti narrativi, tarantelle), un syrto greco si fonde con un canto della Grecìa salentina, le sonorità ammalianti di una melodia siriana incrociano il vigore solenne di una villanella napoletana, fino a sciogliersi nel ritmo travolgente di un horo macedone. Un dialogo d’amore sospirato tra il mare e il femminile, il canto della sirena che continua ad ammaliare i viandanti di ogni tempo. Fabrizio Piepoli (voce, chitarra battente, saz, daff), Giorgia Santoro (flauti, arpa celtica, setar) e Adolfo La Volpe (oud, chitarra classica, tar) eseguono questo repertorio utilizzando strumenti che appartengono a diverse culture musicali, lasciando ampio spazio alla libera espressione del proprio modo di sentire e filtrare questi antichi canti di amore, preghiera e gioia.

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