Dott. De Maria (FIMMG): “Un attacco mediatico senza precedenti contro Medicina Generale!”

Dott. De Maria (FIMMG): “Un attacco mediatico senza precedenti contro Medicina Generale!”

28 Settembre 2021 0 Di Redazione

“In questi giorni si è verificato un attacco mediatico, senza precedenti, contro la Medicina Generale. Milena Gabanelli ha maldestramente descritto la Medicina Generale Italiana come un pianeta caratterizzato da professionisti strapagati, irrintracciabili dagli assistiti e incapaci di far fronte sia all’ondata pandemica che alle normali esigenze dei cittadini costretti, quindi, a recarsi inutilmente nei Pronto Soccorso della penisola ‘inutilmente, visto che l’ottantacinque per cento degli accessi nei PS non è seguito da ricovero'” – scrive in una nota medico galatinese Antonio G. De Maria, segretario provinciale FIMMG Lecce.
“A seguire Panorama ha rincarato la dose. Come fa la Gabanelli a dire che l’accesso al PS dei pazienti avviene perché il MMG è irrintracciabile? O forse l’accesso al PS avviene per le liste d’attesa infinite che mettono di fronte al paziente due possibilità: rivolgersi al privato e pagare oppure andare al PS e farsi fare le indagini gratis. Quanti pazienti in Assistenza Domiciliare sono finiti in PS durante la pandemia? Quasi nessuno! E chi li ha curati durante la pandemia? Il Medico di Medicina Generale” – aggiunge il dott. De Maria.

“Cara Gabanelli, il Medico di Famiglia è quello che lei neanche immagina e che se spegne il cellulare per una settimana fa saltare il SSN – continua il medico galatinese – sarebbe anche facile ribattere che i medici di medicina generale, con i ‘lauti guadagni’ si pagano gli studi, gli affitti, la malattia, le ferie, alcuni la segretaria, l’auto e la benzina, Irpef e non godono di TFR, permessi ex 104, licenze matrimoniali, malattia e quant’altro caratterizza il lavoro dipendente. I lauti guadagni al lordo diventano guadagni normali al netto, cara Gabanelli. Unica categoria tassate al 43% per un massimalista che, ricordati, è scelto dal paziente. Quindi che fare di una categoria, così indegna tanto indegna da avere quasi l’80% di gradimento degli italiani; tra i presupposti dell’indegnità, ed in premessa a tutti i documenti delle SSLL vi sarebbe stata l’inadeguata risposta ai problemi posti dalla pandemia. E qui veramente siamo al paradosso: gli studi dei
medici di medicina generale sono regolati da un accordo collettivo nazionale, regionale e aziendale. In nessuno di questi contratti, in nessuna provincia, in nessun comune, si accennava al dovere di ‘tenersi pronti’ ad essere attrezzati per una pandemia! Nessuno ha mai chiesto ai medici di famiglia di organizzarsi per far fronte ad un evento di questa portata. La cosa grave di tutto ciò, invece, è che le istituzioni sanitarie dovevano essere pronte a rispondere ad una pandemia; erano Stato e Regioni a dover preparare il piano pandemico e non l’hanno fatto, o per lo meno hanno dimenticato di immagazzinare un bel po’ di mascherine e molti medici, sì quegli stessi giudicati inadeguati, son poi morti! Sì cara Gabanelli, sono morti, lasciati soli da chi doveva proteggerli! Altro che assenti. La FIMMG ha fornito ai suoi iscritti il materiale protettivo e non le istituzioni: ecco chi sono stati i veri assenti!”

“Ora – continua il dott. Antonio G. De Maria nella sua missiva – l’irragionevole dibattito acceso dalla Gabanelli va completandosi con la stucchevole disquisizione da parte delle istituzioni sanitarie, tra un ‘futuro di bellezza’ della medicina territoriale che si caratterizzerà con medici dipendenti o, a piacere, con un sistema di accreditamento. Dipendenti? Dovranno formarsi, dovranno fare un concorso pubblico, lo dice la Costituzione, dovranno avere un titolo specifico post universitario, lo dice l’Europa. Insomma non ci sono! E se non ci sono, e se ci vorranno almeno dieci anni per questa epocale svolta, che senso ha parlarne con cotanto ispirato vigore? Ah, dimenticavo, pensiamo all’accreditamento, magari di farmacie o grandi gruppi della sanità privata. Scusate, ma non vi eravate stracciate le vesti, e scambiati gli ortaggi tra politici, per quel modello sanità lombarda che avrebbe fallito? Forse un po’ di coerenza gioverebbe a tutti. Mettendo da parte gli interessi in gioco, tutto questo dibattito parte dall’assioma di un qualche pensatore ‘pitagorico’, secondo il quale la medicina del territorio, in pandemia, avrebbe fallito, ma qual è la prova scientifica di quest’affermazione? Qui è meglio parlar di Scienza e non stare al bar della Gabanelli. Sono forse aumentati i casi di scompenso cardiaco? Sono forse aumentati i ricoveri dei pazienti diabetici o ipertesi? Tutti quei casi di patologie a gravità medio alta hanno avuto dei peggioramenti in mancanza di quella sponda ospedaliera che in se stessa si era dovuta chiudere nella gestione del dramma Covid-19? Pare proprio di no! E allora, allora, forse i dati potrebbero dire altro … sì esattamente altro!”.

“Noi siamo per una riflessione onesta, senza pregiudiziali, siamo pronti a verificare e a correggere ciò che non va – concludo il dott. De Maria – ed è per questo che FIMMG ha presentato una proposta di riforma basata sull’esperienza della pandemia rispondendo, con i fatti e con giudizio, a coloro che insultano un pezzo del servizio sanitario fondamentale per la gestione del territorio e che senza il quale la pandemia avrebbe fatto registrare sicuramente più morti”.

 

 

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