Il Salento è bellezza, arte e simboli esoterici e alchemici

Il Salento è bellezza, arte e simboli esoterici e alchemici

23 Aprile 2021 0 Di Redazione

Il Salento offre una variegata offerta di effigi, epigrafi, maschere apotropaiche, dipinti con doppia e tripla lettura esoterica ed alchemica. Iniziamo da questo per svelare un po’ alla volta i tanti misteri nascosti nelle facciate delle chiese e dei palazzi di Terra d’Otranto.

In questo articolo vi convinceremo a guardarvi attorno quando passeggiate, non essere distratti da altri contesti che non siano la bellezza dei borghi del Salento. Iniziamo da alcune figure antropomorfe e zoomorfe che riempiono, mensole e peducci, balconi e mignani.

Iniziamo dal cavallo che appartiene alle sfere celesti, legato ad una ricerca introspettiva spirituale. Il cavallo può essere anche psicopompo (accompagnatore di anime), guida l’uomo oltre la barriera della morte come succede nella provincia cinese dello Shandong dove la tomba di Tian Qi contiene 32 cavalli e 40 carri seppelliti in quella che è conosciuta come la ”terra dei cavalli sepolti“.

Nella scrittura sacra egizia la parola cuore era raffigurata da un unico simbolo: il vaso. Lo troviamo graffito all’esterno di due chiese di Galugnano. Il cuore a livello simbolico è il vaso entro cui la vita fluisce, scorre, compie il suo divenire in un continuo fluire, quando la parte alta del cuore si rilassa, quella più bassa si contrae e viceversa.

La concezione materialistica contemporanea ha purtroppo ridotto il cuore a una pompa, oggetto meccanico la cui pulsazione permette la vita fisica, ma le cose non stanno esattamente così, come ebbe modo di dire Rudolf Steiner. Dal punto di vista spirituale, non è il cuore che battendo pompa il sangue alla periferia del nostro corpo, bensì il contrario: esso batte perché mosso dal fluire del sangue, portatore dell’Io dell’uomo, del ritmo e della vita fisica stessa. Il fluire del sangue da un atrio a un ventricolo è rappresentato simbolicamente dal XIV Arcano Maggiore dei Tarocchi, la Temperanza. In esso si vede una donna intenta a versare l’acqua da una brocca ad un’altra, con un movimento ritmico alternato incessante. Quest’azione rimanda immediatamente al solve et coagula alchemico e anche all’entrata dello spirito nella materia, simbolo anche del segno zodiacale dell’Acquario. Il cuore è l’athanor in cui si compie la grande opera di trasformazione, il forno al cui interno avviene la combustione ad opera del Fuoco Segreto che porta al conseguimento della Pietra Filosofale.

Proprio la Temperanza ci indica che il traguardo può essere raggiunto solo mediante la virtù della moderazione, bruciando e raffinando le passioni smodate e le brame sul fuoco dello Spirito, andando sempre più in profondità, fino al centro assoluto del nostro essere.

I tanti mostri guardiani della soglia sono lì a ricordarci che il tutto nasce dal sogno, da un pensiero, un’emozione, in poche parole la maschera apotropaica difende non solo la soglia ma la proiezione ermetica dell’immaginario collettivo esaltato dalla paura. Il tempo modifica tutto il processo empatico che in passato aveva permesso all’uomo di coniugare le sensazioni emotive che sentiva facendole vibrare al ritmo simbolico della pietra. Oggi, invece, i simboli non evocano emozioni, uomo e simbolo vibrano con frequenze diverse, i simboli sono morti perché non hanno più eco nella coscienza personale o collettiva ma appartengono alla storia, alla filosofia e alla letteratura. Ritrovare la Memoria di tutto questo equivale a far parlare il Silenzio.

Il demone rappresenta la dualità psicologica, la distinzione tra quello che siamo in apparenza e quello che siamo realmente. Tutto il patrimonio dei nostri ricordi collettivi liberano le ombre e placano le dissonanze, il poeta Baudelaire diceva ”Ho più memoria che se avessi mille anni”. Il ricordo della nostra specie si forma appunto nell’attività dissociativa e associativa con cui la nostra anima trasforma in emozioni e le sensazioni nelle immagini che osserviamo.

Vi svelerò altri segreti alchemici, esoterici, iniziatici, i simboli, le epigrafi e tutto l’immenso patrimonio sacro che il Salento custodisce gelosamente nell’antro nascosto del suo terribile immaginario.

Raimondo Rodia

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