l latinista e scrittore Alessio Torino a Lecce per la rassegna letteraria “Agostiniani Libri”

l latinista e scrittore Alessio Torino a Lecce per la rassegna letteraria “Agostiniani Libri”

7 Settembre 2023 0 Di Redazione

Oggi e domani, nel Complesso degli Agostiniani a Lecce, con un doppio appuntamento con il latinista e scrittore Alessio Torino (che negli anni ha vinto tra gli altri i premi Bagutta Opera Prima, Lo Straniero, Subiaco Città del Libro, Mondello), prosegue la terza edizione di Agostiniani Libri.

La rassegna letteraria del Comune di Lecce, che rientra nel cartellone Lecceinscena, è organizzata in collaborazione con Diffondiamo idee di valore, Conversazioni sul futuro e altre associazioni, librerie e realtà attive sul territorio. Oggi (ore 19:30 – ingresso libero) nel Giardino della Biblioteca OgniBene, dialogando con Giulia Maria Falzea, Alessio Torino presenterà il romanzo “Cuori in piena” (Mondadori) che racconta un’estate malinconica del protagonista Corsi e dei suoi amici tra amori adolescenziali e dolori insuperabili a Pieve Lanterna, un borgo dell’Appennino umbro-marchigiano dove vive la nonna del ragazzo. Domani (ore 20:30 – ingresso libero) nel Chiostro degli Agostiniani l’attore Riccardo Lanzarone e la polistrumentista e compositrice Giorgia Santoro proporranno il concerto/spettacolo “A Demetra. Inno Omerico”, prodotto da Ura Teatro, tratto dall’edizione curata a tradotta proprio da Alessio Torino per la casa editrice Contrasto.

Alessio Torino è nato a Cagli nel 1975 e insegna Letteratura latina all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha esordito con “Undici decimi” (Italic, 2010, premio Bagutta Opera Prima). In seguito ha pubblicato “Tetano” (2011), “Urbino, Nebraska” (2013) e Tina (2016), editi da minimum fax. Nel 2020 esce “Al centro del mondo” nella collana SIS di Mondadori. “Tetano”, che apre le stagioni di Corsi a Pieve Lanterna, nel 2023 è stato ristampato negli Oscar Mondadori. In “Cuori in piena”, Corsi è venuto a passare l’estate dalla nonna a Pieve Lanterna, un borgo dell’Appennino umbro-marchigiano. Prima di tornare a Roma, il padre, che lo ha accompagnato, gli chiede di giurare che non si tufferà alle Caldare, dove l’anno prima è morto Andrea, il figlio di Arcangelo Gori. Peccato che lungo il corso del Burano si muova tutta l’estate degli adolescenti di Pieve Lanterna. E peccato che Corsi e i suoi amici siano messi di fronte a una nuova tragedia: il cane Asha è stato avvelenato con la metaldeide. Si dice che il colpevole sia Arcangelo Gori, diventato solitario e imprevedibile dopo la morte del figlio. La metaldeide non è il solo veleno di Pieve Lanterna. Ci sono residui che riemergono, attriti, umiliazioni che dai padri passano ai figli e intossicano le relazioni. E tuttavia l’estate è pur sempre estate: si va in bicicletta, si va per torrenti, si va sull’autoscontro e sul calcinculo, ci si tuffa nelle acque gelide delle cascate di Teria. E tutto si fa con un occhio alle ragazze, e specialmente a Federica e Céline, nipoti di minatori in Belgio tornate in visita ai parenti. Corsi si innamora di Céline – in competizione con Brat, il giostraio – e gli amici gli fanno da spalla. La notte di Ferragosto, mentre si accendono i fuochi d’artificio, si sente Arcangelo urlare il suo scomposto dolore. Come in un fossile, il passato si legge crudele e ostinato, e da quell’urlo in poi la violenza accelera, i misteri si infittiscono, prende velocità anche la furia dell’eros adolescente. Con uno stile impeccabile, Alessio Torino ci sospinge dentro la carica selvaggia della natura e della memoria, consegna al suo giovane protagonista il dilemma se sia così che si diventa grandi.

Demetra è la divinità dell’agricoltura e della maturità. “A Demetra. Inno Omerico” racconta il rapimento della figlia Persefone da parte di Ade, il dio dei morti, e al distaccamento della dea inconsolabile dall’Olimpo. Demetra incomincia a vivere nella Terra come una mortale, sotto le sembianze di una vecchia. Trovatasi nei pressi di Eleusi, viene accolta alla reggia di Re Celeo dalle sue figlie, le quali la invitano ad accudire il piccolo Demofonte, ultimo genito del re. La traduzione di Alessio Torino permette di riflettere anche su uno degli aspetti che più coinvolge l’umanità in questo preciso momento storico, un preoccupante cambiamento climatico. Demetra decide di punire la terra: da allora non avrebbe dato più frutti. Alla fine, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi Dei, Zeus chiede a Ade di liberare Persefone e di farla andare dalla madre che, non appena rivede la figlia, fa tornare la terra fertile e il mondo riprende a godere così dei doni della natura. Lo sguardo e il commento di Alessio Torino aiutano a ripensare, con occhio contemporaneo, il rapporto con la natura, fatto da sempre di attese, speranze e domande spesso senza risposta. La voce recitante, in questo viaggio, è uno strumento, che si lascerà guidare dalla strada sonora creata dall’atmosfera musicale. L’obiettivo è quello di poter arrivare a tutti, di rompere il muro di paura che, spesso il lettore porta con sé quando si trova davanti a un opera del genere. La traduzione contemporanea e la recitazione asciutta consentono lo spettatore di godere di uno dei trentaquattro Inni Omerici, con la sensazione che quelle vicende risalenti al VII-VI secolo a.C. ci parlano ancora e ci appartengono più di quanto possiamo immaginare.

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