La Teofania del Signore nel rito greco-bizantino. Il video dell’antico rito

La Teofania del Signore nel rito greco-bizantino. Il video dell’antico rito

6 Gennaio 2021 0 Di Redazione

Il 6 gennaio la chiesa bizantina celebra l’Epifania o Teofania, festa della manifestazione della Divinità di Cristo. Questa Festa, detta anche Festa delle Luci, è, dopo la Pasqua, la maggiore e più sentita delle feste del calendario bizantino, tanto che nel dialetto leccese viene ricordata come “Pasca Pifania“. Le straordinarie immagini riprese nella cripta di S. Cristina a Carpignano Salentino il 6 gennaio 2018 (il video integrale è in coda all’articolo) sono testimonianza di questo antico rito. L’evento si è svolto in un luogo che ha visto nascere questo rito e grazie all’associazione Neo Carpiniana. Tutta l’officiatura è incentrata sul Battesimo di Gesù nel Giordano, ricordato nei Tropari, nella liturgia bizantina (il tropario sarebbe una breve preghiera ritmica composta di pochissime frasi). È l’elemento costitutivo dell’innografia greca cristiana, essa appare anche nel Vangelo di Matteo della Divina Liturgia, mentre l’inno “Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alliluia” cantato in luogo del Trisaghion ci ricorda che questo era nell’antichità uno dei giorni in cui si amministrava il Battesimo. La mattina prima del rito si va benedicendo l’acqua di una fontana o di una sorgente.
Il Megas Aghiasmòs, la Grande Benedizione (propriamente “Santificazione”) dell’Acqua, viene fatto il giorno dell’Epifania, mentre il Micros Aghiasmos può essere compiuto a secondo le tradizioni il primo di ogni mese o quando se ne abbia necessità.
L’Acqua del Megas Aghiasmos è un sacramentale – per gli ortodossi, quindi, non è il nostro caso è quasi un sacramento – che viene usato per benedire le case, le persone e gli animali; viene bevuta dai fedeli, ma non può essere data agli animali come avviene per quella del piccolo aghiasmos. Viene conservata, ma non è usata per il Battesimo.
La cerimonia ripresa fra le pitture più antiche firmate del bacino del mediterraneo ha luogo presso una fonte battesimale o una fontana a cui si recano processionalmente i celebranti ed i fedeli cantando tropari. Dopo la lettura di tre profezie, dell’Epistola e del Vangelo, il diacono propone una serie di intenzioni di cui alcune specifiche:

Affinché sia santificata quest’acqua con la virtù e la potenza e la venuta dello Spirito Santo, preghiamo il Signore. Affinché noi possiamo essere illuminati con la luce della conoscenza e della pietà per la venuta dello Spirito Santo, preghiamo il Signore. Perché quest’acqua divenga sorgente di vita eterna, preghiamo il Signore. Per coloro che ne attingono e ne prendono per la benedizione delle loro case, preghiamo il Signore. Perché possa servire per purificazione delle anime e dei corpi di tutti quelli che la prendono e la usano con fede, preghiamo il Signore.

Il Sacerdote recita quindi ad alta voce una lunga preghiera, chiedendo a Dio la santificazione dell’acqua. Il sacerdote immerge la Croce nell’acqua, per rinnovarne il battesimo. Si tratta, infatti, del battesimo della Croce. Benedice poi i presenti aspergendoli con l’acqua mediante un ramoscello di erbe profumate. I fedeli attingono l’acqua e la bevono o la portano a casa per conservarla in caso di necessità.

Raimondo Rodia

 

Vi proponiamo la testimonianza video registrata il 6 gennaio 2018 nella cripta di S. Cristina a Carpignano Salentino:

 

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