“L’ennesimo volo”, una poesia per raggiungere i cuori e smuovere le coscienze

“L’ennesimo volo”, una poesia per raggiungere i cuori e smuovere le coscienze

12 Giugno 2025 Off Di Redazione

Gentile redazione, sono una poetessa e scrittrice, e da anni mi impegno affinché la poesia diventi voce per chi non può più parlare, per chi è caduto nel silenzio dell’indifferenza sociale.

Vi scrivo dopo aver letto con profondo dolore la notizia della morte di un giovane operaio precipitato da sette metri durante un lavoro di pulizia a Lecce. Una tragedia che si ripete, sempre uguale e sempre inascoltata. Per questo ho sentito l’urgenza di scrivere una poesia in sua memoria, intitolata “L’ennesimo volo”, per dare voce non solo alla sua caduta, ma anche a tutte le vite spezzate da una sicurezza assente, da colpe invisibili, da un sistema che troppo spesso si volta dall’altra parte. Spero possa raggiungere cuori, smuovere coscienze e non far cadere, ancora una volta, nell’oblio una morte che riguarda tutti.

Vi ringrazio per la vostra attenzione, per il lavoro che svolgete e per ogni spazio che dedicate alla memoria delle vittime del lavoro.

Con stima e gratitudine,
Yuleisy Cruz Lezcano

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L’ennesima caduta
(25 versi; 25 Anni)

Sette metri soltanto —
come il salto cieco d’un pensiero
che non trova risposta.

Non un uomo, ma una scintilla
spenta contro la pietra.

Ogni corda che cede
è un rosario spezzato,
ogni fune, una promessa
strozzata nell’aria.

Cadono sempre uguali,
con le braccia spalancate
come croci provvisorie.

La morte ha imparato
a indossare la tuta da lavoro,
a mimetizzarsi tra i turni,
a firmare coi guanti l’assenza.

Un collega lo tratteneva
con le mani, con le lacrime,
ma il vuoto era più forte.

Il sangue non chiede documenti,
non ha patria né lingua:
scivola uguale sulle scale
dell’indifferenza.

Ogni palazzo ha memoria breve,
ogni facciata un sudario nuovo.

E continuano a cadere

Si muore di morti sempre uguali,
con la dignità cucita addosso
come una camicia da lavoro.

 

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