“Pensare la guerra, lottare per la pace”, incontro con la scrittrice e politica Maria Luisa Boccia

“Pensare la guerra, lottare per la pace”, incontro con la scrittrice e politica Maria Luisa Boccia

17 Aprile 2023 0 Di Redazione
“Pensare la guerra, lottare per la pace” è il tema dell’incontro in programma all’Università del Salento martedì 18 aprile 2023 per il ciclo di seminari della rete UniSalento+ “Questioni di genere”: appuntamento alle ore 17 nell’aula 5 dell’edificio 6 del complesso Studium 2000 (via di Valesio, Lecce); con la scrittrice e politica Maria Luisa Boccia dialogheranno le docenti UniSalento Elena Laurenzi e Irene Strazzeri.
Il progetto dell’Università del Salento “UniSalento+” propone percorsi aggiuntivi all’offerta didattica ordinaria per riflettere a fondo su questioni e temi la cui complessità può essere affrontata solo a partire dall’inter-disciplinarità. La rete “Questioni di genere” è diretta dalla professoressa Anna Maria Cherubini, Delegata del Rettore alle Politiche di genere.
La relatrice. Maria Luisa Boccia è presidente della Fondazione Centro Riforma dello Stato – Archivio Pietro Ingrao; ha insegnato filosofia politica all’Università di Siena ed è stata senatrice nella XV legislatura. Tra i suoi scritti: “L’io in rivolta. Vissuto e pensiero di Carla Lonzi” (La Tartaruga 2010); con Grazia Zuffa “L’eclissi della madre. Fecondazione artificiale. Tecniche, fantasie, norme” (Pratiche 1998); “Sessi e sessualità fuori scena. Quale etica per la procreazione assistita” (Ediesse 2002); “La differenza politica. Donne e cittadinanza” (Il Saggiatore 2002); “Faire autrement de la politique. Théorie et pratique dans le féminisme italien” (Ed. de la Maison des sciences de l’homme 2004); “Con Carla Lonzi. La mia opera è la mia vita” (Ediesse 2014); “Le parole e i corpi” (Ediesse 2019); “Tempi di guerra. Riflessioni di una femminista” (Manifestolibri 2023); “La sinistra nel recinto dell’Occidente”, in www.centroriformastato.it; “Di quale fine della guerra parliamo?”, in “Parole-chiave” n.8 2022.
Il ritorno sulla scena della guerra è acquisito nel discorso pubblico come inevitabile: un fatto acquisito, normale. Con la conseguente riduzione della politica alla contrapposizione amico/nemico. Nei trenta anni trascorsi dalla guerra del Golfo alla guerra in Ucraina, la guerra ha compiuto un salto di qualità: dalla “guerra preventiva” in Iraq alla “guerra umanitaria” in Kosovo alla guerra tra democrazia e autarchia, libertà e dispotismo in Ucraina. Per non subire la logica bellica dello schieramento occorre sottrarsi alla retorica del discorso pubblico, alla confusione tra fatti e valori di cui è intriso. È davvero inevitabile contrastare la violenza e l’aggressione con le armi? Non è forse questo il terreno più congeniale al riprodursi del dominio? Non è più efficace “muoversi su un altro piano”? La politica femminista ha modificato l’esperienza e le relazioni umane “conquistando” i cuori e le menti e non il potere sulle vite. Riattraversando criticamente la tradizione culturale maschile, è risalita alle cause della violenza incistate nella virilità. Del resto, nessun sistema di potere può durare affidandosi solo alla forza; per vincere deve convincere. Alleanza dei corpi, vulnerabilità, relazioni, interdipendenza sono alcune parole-chiave utili per pensare la guerra e lottare per la pace.
I seminari proseguiranno fino a giugno sui temi “Donne, vita, libertà”. Le prossime ospiti saranno la prima Capo Procuratrice generale provinciale in Afghanistan Maria Bashir, la ricercatrice del CNR – Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima Cristina Mangia, la giudice Paola Di Nicola e la linguista Cecilia Robustelli.

 

 

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