
Referendum, sinistra, lavoro, futuro: guardare avanti con coraggio e visione
13 Giugno 2025Il mancato raggiungimento del quorum al recente referendum sul lavoro non mi ha colto di sorpresa. Era, francamente, un esito ampiamente prevedibile, se non addirittura atteso. Ciò che invece continua a sollevare interrogativi e perplessità, generando un dibattito acceso e spesso frustrante, è la posizione apparentemente contraddittoria di una parte del centrosinistra. Come può la stessa area politica che solo un decennio fa si univa per implementare riforme significative nel campo del lavoro, oggi sostenere con forza il loro smantellamento?
Questa inversione di rotta mi appare come una posizione a dir poco singolare, quasi nevrotica. A mio avviso questo comportamento è dettato da ragioni puramente opportunistiche, legate alla volontà di garantire la propria rielezione. Il timore di non essere ricandidati o di perdere il proprio seggio in parlamento, spingerebbe molti a conformarsi alla linea del “capo”, anche a costo di rinnegare apertamente le riforme che un tempo venivano celebrate come espressione di una sinistra progressista e riformista. Questa dinamica rischia di intrappolare il dibattito politico in una spirale di auto-demolizione, rendendolo incapace di guardare con lungimiranza al futuro del Paese. Le attuali dinamiche politiche dovrebbero invece essere orientate con decisione verso il futuro, concentrandosi sulla creazione di nuovi scenari e sulla tutela di interessi emergenti nel mondo del lavoro. Questo significa superare una visione obsoleta che si focalizza solo su chi gode di un impiego stabile e garantito spesso iper tutelato. È imperativo allargare lo sguardo e includere tutte le sfaccettature del panorama lavorativo contemporaneo come ad esempio chi fatica a trovare un impiego, dobbiamo offrire reali opportunità e percorsi di inserimento. I precari, è fondamentale garantire maggiore stabilità e tutele adeguate. Chi ha bisogno di nuove opportunità, urge investire nella formazione e riqualificazione professionale. Imprenditori e liberi professionisti (Partite IVA), è tempo di riconoscere il loro ruolo cruciale nella creazione di ricchezza e innovazione, supportando chi rischia e si gioca il tutto per tutto con la propria attività scarsamente tutelata.
Non possiamo permetterci di rimanere ancorati a un passato che non tornerà, rimuginando su riforme già implementate. È tempo di proporre soluzioni innovative e coraggiose, che premino il merito e la capacità di adattamento alle mutevoli esigenze del mercato. Allo stesso tempo, è fondamentale continuare a tutelare i più deboli, ma senza cadere in logiche puramente assistenzialiste che, alla lunga, non favoriscono una reale crescita individuale e collettiva. L’obiettivo deve essere quello di fornire gli strumenti per l’autonomia, non semplicemente un sostegno passivo. Chi non comprende queste dinamiche, chi non riesce a cogliere i veri interessi di quelle persone che aspirano a costruire attivamente il proprio futuro anziché farsi semplicemente “mantenere”, rischia di allontanare ulteriormente i cittadini dalla politica. La disillusione e l’astensione sono il risultato diretto di una classe politica percepita come autoreferenziale e disconnessa dalle reali esigenze della società.
Il lavoro è molto più di una semplice occupazione: è dignità, è opportunità, è crescita personale e sociale. Per questo, è essenziale guardare avanti con coraggio e visione, proponendo un’agenda politica che risponda concretamente alle sfide del presente e del futuro, restituendo speranza e fiducia a tutti coloro che desiderano costruire una vita migliore attraverso il proprio impegno e le proprie capacità.
Andrea Coccioli