Studenti pugliesi aiutano studentesse in Afghanistan con un gemellaggio tra startup

Studenti pugliesi aiutano studentesse in Afghanistan con un gemellaggio tra startup

10 Giugno 2023 0 Di Redazione

Sono 10 ragazze Afghane dai 14 ai 18 anni, sono studentesse a cui è vietato andare a scuola e sono piene di sogni per sé e per il loro futuro. Grazie alla preziosa intercessione di Fabio Diamante, co-fondatore della scuola “School of Elightenment”, il quale ha creato un ponte di incontro e di comunicazione tra alcune docenti Afghane ed il docente di Lecce specializzato in micro imprenditorialità giovanile Daniele Manni, nei mesi scorsi sono nate e sono diventate operative due startup under 18, una in Italia, “Etica Etnica”, ed una in Afghanistan, “Princess Amani”.

Tutto è nato da un semplice incontro on line tra Fabio Diamante e Daniele Manni in Italia e le docenti della School of Enlightenment in Afghanistan. L’intento era quello di raccontare e descrivere il processo con cui da molti anni Manni incentiva, sprona e affianca i propri studenti di 14-18 anni nell’ideare e condurre micro attività imprenditoriali, sia di genere business che sociali. Successivamente, dal semplice racconto è scaturito il desiderio di non limitarsi alla teoria e dimostrare praticamente come i giovani under 18 possono rendersi protagonisti della propria vita e ideare una micro attività economica, anche in Afghanistan, una sorta di sfida. Ed è così che è nata l’idea di creare due startup gemellate, una condotta da ragazze Afghane con la mission di creare artefatti artigianali ed una in Italia impegnata a far conoscere, promuovere e commercializzare le opere nel mercato nazionale.

Princess Amani è la startup delle studentesse Afghane seguite localmente da tre docenti che hanno a cuore sia le ragazze che i loro sogni di futuro. L’anonimato e l’uso di nomi falsi è d’obbligo. Le ragazze disegnano, cuciono e realizzano totalmente a mano delle borse originali. Per ridurre i costi e massimizzare i profitti, utilizzano tessuti etnici ricavati da ogni possibile fonte come tendaggi, rivestimenti di divani, poltrone e cuscini, tovaglie preziose e abiti e sciarpe non più in uso. Tutte e 10 le ragazze sognano un futuro reale e concreto, Fatima e Frohar ad esempio vogliono diventare medici, Maimana e Rangina aspirano un giorno alla possibilità di diventare delle brave insegnanti e aiutare, a loro volta, altre giovani donne a realizzarsi. Poi ci sono Safia e Medina che vogliono diventare giornaliste e poter raccontare la loro realtà, Roma e Huzzra vogliono specializzarsi come imprenditrici e donne di successo, Husna vuole entrare nell’esercito e Hena aspira a diventare pilota.

Etica Etnica è la startup sociale italiana costituita da 5 ragazze ed un ragazzo, tutti studenti presso l’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce. Sono Alessia Petino (17 anni), Luna Civitale (17), Bianca Maria Manca (17), Teresa Morabito (14), Giada Bray (14) e Luigi Carratta (17). Loro acquistano le borse realizzate dalle ragazze di Princess Amani, in anticipo e ad un prezzo nettamente maggiore rispetto a quanto potrebbero essere vendute nel loro Paese. Importano in Italia le borse coprendo tutte le spese di spedizione e si accollano in questo modo totalmente ogni rischio d’impresa, garantendo alla startup Afghana un acquisto sicuro ed un congruo ricavo. Hanno realizzato un sito web raggiungibile all’indirizzo www.eticaetnica.org, attraverso il quale descrivono la bella storia delle startup gemelle, mostrano il catalogo e vendono on line le belle e originali borse.

“Chi acquista una borsa di Etica Etnica – raccontano le giovani imprenditrici salentine – non entra soltanto in possesso di un oggetto unico di artigianato tipico Afghano, realizzato interamente a mano, ma ci aiuta a permettere ad una giovane studentessa di frequentare (di nascosto) una scuola e di immaginare il proprio futuro e di intraprendere concretamente il cammino per raggiungerlo. Ogni borsa è assolutamente unica, non ce ne sono due uguali, ed è realizzata con tessuti di risulta ricavati da tendaggi, rivestimenti e abiti. Abbiamo ricevuto un mese fa il primo lotto di 20 borse, le abbiamo messe sul sito e le abbiamo già vendute tutte, il ricavato ci sta permettendo di acquistare il secondo lotto, questa volta di oltre 50 borse. L’intento è quello di mettere in moto un processo produttivo e di vendita di un numero sempre maggiore di borse e garantire così alle ragazze afghane profitti reali e una rampa di lancio verso il loro futuro”.

 

 

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